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Contatto e ascolto. Queste le parole chiave per  entrare nell’ installazione multimediale “Portatori di storie” realizzata da Studio Azzurro nell’ex manicomio di Roma. E’ il punto finale di una lettura multimediale fatta con l’enorme archivio conservato dentro il Santa Maria della Pietà. Cartelle cliniche, diagnosi, terapie, che descrivono la storia delle persone recluse, a volte per tutto l’arco della propria vita, nei padiglioni con parco botanico a nord di Roma. Si prova quasi un senso di libertà osservando la ricchezza degli alberi, nostrani come le querce o importati come le sequoie,  piantati spesso dagli infermieri e dai pazienti negli ettari di terreno dell’istituto considerato nel secolo scorso all’avanguardia. Si prova molta della sofferenza dei cosiddetti malati di mente, entrando nell’ex padiglione, un tempo usato per gli internati, dove si trova il Museo della mente. Le installazioni spingono a mettersi al posto dei malati, a sentire le loro voci, a provare le loro ossessioni. Poi si raggiunge “Portatori di storie” dove le persone emergono dall’ ombra e si mostrano in primo piano. Aspettano il tocco di una mano e di essere accompagnati ad un punto dove si mettono in attesa di essere ascoltati. Tutto questo genera un’emozione fisica che non lascia indifferenti. Così non lascia indifferenti  sapere quante cose in realtà fa la Sanità Pubblica, quella sana.

PORTATORI DI STORIE Da vicino nessuno è normale