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Nelle ultime tre giornate, dal 24 al 26 settembre, a conclusione del progetto, oltre alle attività rivolte esclusivamente agli studenti ci sono stati due eventi importanti con Teatro Mobile e NuvolaProject, realizzati tutti nelle tre mattinate.

Nel marzo 2024 alla Villa Sciarra di Frascati è stato avviato un cantiere innovativo per il progetto PAESAGGI UMANI. IL PERFORMING MEDIA STORYTELLING DEL GENIUS LOCI DI VILLA SCIARRA curato da Urban Experience con il sostegno della Regione Lazio.

Si sono coinvolti sia i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Frascati” sia gli studenti del Liceo Classico-Linguistico-Scienze Umane “Marco Tullio Cicerone”, con entrambi si è lavorato-giocato con i walkabout, una nuova forma di spettacolarità partecipata, attraverso i sistemi radio che permettono di conversare mentre si cammina e al contempo ascoltare (in radio-cuffia) podcast evocativi.Una modalità che tende a rendere protagonisti i giovani spettatori, sollecitandoli a guardarsi intorno e a stabilire un principio proattivo con i contesti territoriali, secondo la sperimentazione pedagogica dell’Apprendimento Dappertutto.
Con gli studenti si è affinata la pratica di performing media storytelling operando sul genius loci di Villa Sciarra a partire dalla presenza del Vulcano Laziale che connota tutto quel territorio. Dappertutto, girando per Villa Sciarra, troviamo tufo e leucitite (il basolato e i sampietrini che non è altro che lava pietrificata) e a qualificare questa attenzione interviene Roberto Sinibaldi-Opifex che con il suo kamishibai (Teatro di Figura di origine giapponese ) narra come un cantastorie, da ottimo educatore ambientale qual è, la storia di quel vulcano ormai disintegrato. Quel vulcano che sovrastava i Colli Albani ha avuto 60 km di diametro ed un’altezza di circa 1.700 m, emettendo circa 200 km³ di materiali durante la sua attività. E’ sulla base di questa metodologia che gli studenti della II B guidati dalla docente Elena De Santis hanno messo a punto (con dei cartelli che hanno mostrato una sorta di slide show) un loro storytelling di Villa Sciarra e dell’antica Via Latina, “monumento lineare” che  stato adottato dal Liceo, atto che è stato anche premiato dal concorso nazionale La scuola adotta un monumento.

Con il kamishibai gli studenti hanno narrato la loro attività di esplorazione del territorio, con diversi walkabout che hanno percorso dei punti cardine, a partire da Roma per poi concentrarci su Villa Sciarra. Si è partiti dalla Porta Latina inscritta nelle Mura Aureliane, per arrivare all’area archeologica delle Tombe Latine, e poi al Parco degli Acquedotti dove si rivela un bel tratto di basolato della Via Latina. E’ qui che viene posto un cartello che dichiara I care ovvero “m’interessa…me ne prendo cura” e si conia un titolo per un titolo delle nostre azioni: Latina via amica mia.

Acquedotti dove si rivela un bel tratto di basolato della Via Latina. E’ qui che viene posto un cartello che dichiara I care ovvero “m’interessa…me ne prendo cura” e si conia un titolo per un titolo delle nostre azioni: Latina via amica mia.
Alle attività di restituzione dell’esperienza esplorativa con gli studenti in queste giornate conclusive si combinano gli spettacoli di Teatro Mobile che evocano la dimensione mitica dell’Antica Roma, come il Caligola di Albert Camus che viene introdotto da un walkabout sulla “follia del potere” di un imperatore controverso. Si tende quindi a contestualizzare questo intervento teatrale ricordando agli studenti che Caligola risiedeva a poche decine di chilometri, nel lago di Nemi, su mirabili regge galleggianti.
I due attori, Fabrizio Parenti e Raffaele Gangale,  accompagnati dalle musiche dal vivo di Felice Zaccheo, interpretano il testo di Camus premio Nobel in un adattamento drammaturgico di Pina Catanzariti e la regia di Marcello Cava.
La seconda giornata vede l’arrivo degli studenti della I L che conoscono poco Villa Sciarra e per questo con un walkabout la si va ad esplorare, narrando come questo luogo che ha rischiato l’abbandono sia stata una delle più belle Ville Tuscolane (con interventi architettonici di Nicola Salvi, noto per la Fontana di Trevi) e del bombardamento del 1943 che la distrusse, in un blitz degli alleati che cercavano di colpire la residenza di Kesserling, comandante supremo delle forze tedesche in Italia. Dopo l’esplorazione partecipata si entra nella dimensione teatrale con un primo atto di NuvolaProject che narra, con Gaia Riposati in cammino nel Bosco Sacro, usando le parole di Shakespeare e una videoproiezione nomade, il dramma di Lucrezia Romana. Viene proiettato in una cavernetta (per approfittare di un po’ di oscurità) il ritratto di Lucrezia di Cranach il vecchio, animato con un morphing realizzato dall’Intelligenza Artificiale e applicato anche ad un sistema di Realtà Aumentata (accessibile con un qr-code). Una storia triste quella di Lucrezia che con il suo sacrificio determinò la nascita della Res Publica Romana nel 509 a.C. A ruota parte lo spettacolo itinerante di Teatro Mobile, una combinazione di  Orazi e Curiazi e Interrogatorio di Lucullo tratti da Brecht, con Roberto Andolfi, Dario Carbone, Massimo Guarascio e in particolare Antonella Gargano, nota germanista, con cui conversiamo nel walkabout-preludio e in quello conclusivo, riconoscendo il valore di quei drammi “didattici” che il drammaturgo tedesco ha concepito per interpretare la classicità dell’Antica Roma.
Il giorno dopo ci ritroviamo con alcune studentesse della I L (e i docenti Giacomo Bortone, Pamela Bartoloni, Antonella Violo e Elena De Santis) che ieri avevano partecipato allo storytelling di restituzione del progetto Paesaggi Umani e agli spettacoli. Incontrare una prima classe che inizia ora a conoscere Villa Sciarra è stato un momento significativo per proiettarci nel futuro di questa progettualità che di fatto è riconosciuta come una Buona Pratica per l’Innovazione Territoriale (concetto che abbiamo lanciato nel 2007 proprio a Frascati). Andiamo in walkabout nel bosco sacro, cercando i resti dei mosaici romani e funghi (troviamo dei marasmius oreades). Si fa poi il punto nella Serra da poco restaurata  con Michele Arganini che sta seguendo, per il Comune, i Patti di Collaborazione per le diverse espressioni della sussidiarietà relativa la gestione di questa aula outdoor.

Si conclude così un’operazione incardinata sul coinvolgimento attivo degli studenti, secondo i nostri metodi di community empowerment, che lascerà  tracce nel web con la pubblicazione di alcuni geopodcast in una mappa in progress che sarà utile per continuare questa attività tesa a recuperare il genius loci perduto di Villa Sciarra.

Villa Sciarra a Frascati è la più sconosciuta delle Ville Tuscolane. Fu costruita dal Monsignore Ottaviano Vestri da Barbiano nel 1570 chiamandola Villa Bel Poggio ed ebbe diversi proprietari: Duca di Ceri, principi Pallavicini e nei primi anni del Novecento Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VIII principe di Carbognano, il quale nel 1929 la cedette a Leone Weinstein. Nel 1932 la villa passò alle Suore dell’Opera Pia Casa della Provvidenza che vi istituirono un orfanotrofio che nella II guerra mondiale fu distrutto dai bombardamenti del 7 settembre 1943, il giorno prima dell’Armistizio. Ciò che resta è fondamentalmente il parco con ruderi classici di età romana e una importante terrazza panoramica, con uno sguardo emblematico su Roma.

Oggi a Villa Sciarra c’è la Scuola Pubblica: l’Istituto Comprensivo “Frascati” e il Liceo Classico-Linguistico-Scienze Umane “Marco Tullio Cicerone”. E’ con entrambi che si è lavorato in una mattinata con due walkabout a staffetta, negli angoli più singolari del parco con essenze secolari (lecci e pini) facendo parlare attraverso i geopodcast richiamati dal cloud con i qrcode posizionati sulle segnaletiche parlanti (un format messo a punto nel 2007, ne parla la Treccani). E’ questa la peculiarità di Urban Experience: mettere in relazione web e territorio, esplorandolo “con i piedi per terra e la testa nel cloud”, secondo i principi del performing media storytelling. Nella mattinata del 19 marzo, con quelle due azioni  in staffetta, si è concluso un progetto, quello dei 17 goal di Agenda 2030-ONU in 17 luoghi per 8xMille Valdese, e allo stesso tempo inaugurato quello nuovo Paesaggi Umani. Il performing media storytelling del genius loci di Villa Sciarra per Regione Lazio.

Nella Villa Sciarra c’è il tocco di un artista importante del XVIII secolo, Nicola Salvi, l’architetto di Fontana di Trevi, uno dei monumenti più attraenti del pianeta. Firma di certo il portale d’ingresso ma nel parco le tante fontane e vari fregi in travertino sparsi fanno pensare al suo stile. Ci si guarda intorno e in mezzo all’abbandono di quel posto si prende atto di un bel segnale di rigenerazione dovuta: il Comune di Frascati si sta impegnando nella ristrutturazione di una serra per farne un laboratorio di cittadinanza educativa.

All’inizio della mattinata con gli studenti del Liceo, si punta al bosco sacro di lecci, si attraversa la radura dominata dal grande pino (definito dalla docente Elena De Santis,”IupPiner”, lo Iuppiter, ossia Giove, della selva urbana in cui si può studiare outdoor) e si raggiunge il belvedere dove sono posizionate, lungo il perimetro dell’affaccio, le segnaletiche parlanti, con i geopodcast dei 17 goal dell’ONU.

Si ascolta, via radio, il podcast con la voce della docente di Scienze dell’Educazione dell’Università di RomaTre Fridanna Maricchiolo, a proposito dell’obiettivo educazione (Goal 4: fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti). L’abbiamo registrata al Parco degli Acquedotti, evocando Don Sardelli che realizzò negli anni Sessanta un modello incredibile di cittadinanza educativa tra le baracche dell’acquedotto Felice (ascoltala nel podcast georeferenziato, inscritto nella mappa tracciata nel walkabout di allora). Più sotto, nel post facebook ci sono anche dei video dell’azione svolta a Villa Sciarra.

Proprio come in una staffetta, alla fine del walkabout, con i ragazzi della prima Liceo si incontrano i bambini della quarta elementare dell’Istituto Comprensivo “Frascati” con la docente Veronica d’Acierno. Si cambia registro e l’esplorazione acquisisce un approccio più ludico, ascoltiamo gli alberi parlare (una modalità attivata per coinvolgere i più piccoli in tante esplorazioni, in questo link si può ascoltare un po’ di alberi parlanti), ci si occupa delle erbe selvatiche (e si ascolta un podcast con Alberto Sordi che raccoglie cicoria in un film del 1961), si trovano le tracce dei cinghiali che infestano quel parco e si focalizzano gli antichi resti di un mosaico romano. E’ un semplice esercizio di Apprendimento Dappertutto, un metodo pedagogico inscritto in ciò che viene definito Edutainment, quell’“imparare giocando” su cui s’è scritto un libro un quarto di secolo fa. Urban Experience è nata sulla base di quei principi attivi, evolvendo i suoi metodi che nel progetto Paesaggi Umani si sviluppano anche con i laboratori condotti dal performing media maker Roberto De Luca (le foto del post qui sotto sono sue) nel Liceo Cicerone in cui si mapperà Villa Sciarra (dai mosaici al pino-juppiner) e l’antica Via Latina, monumento lineare adottato (di cui abbiamo già trattato in questi due walkabout preliminari, uno da Porta Latina e l’altro al IV miglio esperienze da distillare per i nuovi geopodcast).

S’è conclusa la III edizione Paesaggi Umani (21-27 novembre 2022) ricordando Paolo Ramundo a Monte Mario: abbandonando l’aia al tramonto e proiettando, camminando tra i gelsi, il docufilm di Silvio Montanaro, L’Uccello che coltiva la terra.

E’ stato una figura cardine nelle lotte rivoluzionarie a Roma negli anni Settanta e prima ancora nel ’68 con gli Uccelli. La voce di Paolo si ascolta nel buio e arrivati nel silos-pensatoio (dove un cartello permanente lo fa “parlare” attraverso i geo-podcast), si ripercorre l’epopea di Ramundo che nel 1977, occupando le terre abbandonate dal S. Maria della Pietà si trovò poi ad accogliere gli ex Internati. Creò così condizioni inclusive che supportarono la coraggiosa legge Basaglia  che chiuse i Manicomi per aprire la Società. E contribuire a far nascere l’Agricoltura Sociale.

Paolo Ramundo parlava spesso di Nathan, considerandolo il sindaco più importante di Roma. È per questo che s’inaugurato questo progetto sui “numi tutelari” di Roma ricordandolo, parlando del rapporto tra cittadinanza ed educazione, aprendo la giornata con Lorenzo Cantatore, direttore del MUSED, per strada, su Piazza della Repubblica, vivendo la città come un’aula. S’è esplorato il Museo dell’Educazione, con Fridanna Maricchiolo e le sue studentesse di Scienze Della Formazione-Università degli Studi Roma Tre, ricostruendo la storia del sindaco Nathan e i garibaldini dell’alfabeto. In quell’esposizione  emerge la storia straordinaria dell’Ente scuole per i contadini dell’Agro romano con documenti, foto e arredi che testimoniano l’attività di alfabetizzazione avviata nel primo Novecento da un gruppo straordinario di intellettuali, igienisti, scienziati, artisti e letterati: Sibilla Aleramo, Angelo Celli, Giovanni Cena, Duilio Cambellotti e Alessandro Marcucci. Li chiamarono i “garibaldini dell’alfabeto” rivelando come quella dell’educazione fosse una vera guerra di liberazione dall’ignoranza, la povertà e le malattie.

Il martedì si è all’Esquilino, sempre con gli studenti di Roma3, in un territorio di straordinaria densità, fuori dalle Mura Serviane (quell’es, sottende ciò che esterno, fuori dall’abitare, un po’ il contrario di “inquilino”) per via dell’accesso alla città, condizione  che i piemontesi con l’Unità d’Italia esplicitano creando in Piazza Vittorio un vero e proprio centro direzionale per accogliere i nuovi cittadini della Capitale appena approdati dalla stazione Termini a pochi passi. L’Esquilino è quindi terra di confine, da sempre. Si sta sotto la pioggia, riparandosi al Teatro dell’Acquario, oggi Casa dell’Architettura.

Nel pomeriggio si parte dall’Accademia di Belle Arti a Tordinona ricordando un altro aspetto di Paolo Ramundo che animò negli anni Settanta la lotta per la casa in quella “periferia” nel centro storico, di cui rimane traccia nel murales Asino che Vola. Anni dopo progettò con gli studenti di Architettura un Oculus per ristabilire il rapporto perduto con il Tevere. Tordinona per secoli è stato un luogo ad alta densità artigiana, con eccellenze come quella della nobile tradizione artigiana della Scuola Orafa ed Argentiera romana che trovò nel Seicento del Barocco un suo apice. Il focus del walkabout è quindi il progetto architettonico di Paolo Ramundo e Nanni Morabito, dell’Oculus per fare un tunnel sotto il LungoTevere di Tor Di Nona. Vi si prospetta la creazione di una “breccia” nel corpo murario dei muraglioni, per il recupero dello storico affaccio sul fiume. La direzione del tunnel, inclinata rispetto alla strada di circa 40 gradi, avrebbe ripreso l’orientamento dell’antico molo romano rinvenuto durante i lavori per la costruzione degli argini. Questa proposta dell’Oculus è stata presa in considerazione (dalla giunta comunale precedente) nel piano di Rigenerazione Urbana di quel territorio, basato anche sul rilancio delle attività artigiana con l’assegnazione di locali, con l’impegno dell’assessorato alle attività produttive.

Mercoledì si rilancia un evento, in parte già svolto a settembre, al Teatro Argentina (vedi qui il video). La saletta della Libreria Caffè TOMO  a San Lorenzo si affolla subito per il talk su “Performing Media per distillare Paesaggi Umani” Con Gaia Riposati e Massimo Di Leo, autori del libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” insieme a Renato Cuocolo e Roberta Bosetti autori di “Underground”. Si conclude nel walkabout “Meta Hodos (metodo): attraverso il percorso, conoscere camminando tra i paesaggi umani”.

Giovedì si ripercorre ancora una volta la storia di Don Sardelli, il “Don Milani dell’Acquedotto” di cui s’è fatto ascoltare i podcast distillati e pubblicati su Loquis, creando di fatto una restituzione nel cloud delle tante nostre esplorazioni Quel sacerdote pedagogo negli anni Sessanta, sulla scia di Don Milani e della Scuola di Barbiana, creò le condizioni per emancipare un insediamento urbano assiepato sotto gli acquedotti, a partire dalla scolarizzazione dei ragazzi che vivevano nelle baracche. S’è ascoltata la voce dei protagonisti (tra cui i ragazzi della sua scuola) camminando lungo l’Acquedotto Felice, mappando con i geopodcast quelle storie inscritte nelle geografie.

Nel pomeriggio si tratta di “Sisto V, Raffaele Fabretti e Cristina di Svezia. Tre ritratti resi performanti con l’Intelligenza Artificiale” con NuvolaProject e student del Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza Università di Roma

Arrivati nel chiostro di San Salvatore in Lauro vengono proiettati gli artefatti digitali di performing media realizzati (nell’arco delle precedenti edizioni di Paesaggi Umani) con sistemi di Intelligenza Artificiale da Nuvola Project (con un lavoro ben più sottile dell’effetto deep fake, attraverso un morphing attoriale) del ritratto della “Regina di Roma” (come fu riconosciuta Cristina di Svezia dal popolo romano) e dei quadri parlanti di Sisto V e Raffaele Fabretti. Nella conversazione radionomade, tra i diversi partecipanti coinvolti attivamente nel confronto congeniale che ci connota, è protagonista (con una telefonata) Giorgio Fabretti, discendente del Monsignor Fabretti, nel sottolineare la matrice celtica che caratterizza la prammacità marchigiana, impronta data da Sisto V, er papa tosto, nei suoi anni di papato (1585-1590) . Nuvola Project ha inoltre fatto usare le cartoline con i ritratti parlanti che si rivelano come dei marker per attivare app di realtà aumentata.

Venerdì c’è l’azione all’Antiquarium Lucrezia Romana Parco Archeologico dell’Appia Antica con il direttore Simone Quilici con cui mettiamo in opera un cartello che rimanda all’animazione digitale (con intelligenza artificiale) di NuvolaProject del ritratto di Lucrezia di Cranach che parla parole di Shakespeare.

La storia crudele è quella di Lucrezia, moglie di Collatino,  di cui c’è evocato la storia del suo suicidio dopo lo stupro subito dal figlio di Tarquinio il superbo. Ciò accade attraverso i versi che gli dedicò William Shakespeare, in un poema che rese famoso (anche se oggi pochi ne sanno) quel sacrificio che nel V secolo a.c. determinò la rivolta dei romani contro il re etrusco per cui nacque la Repubblica.

Gli spettatori di “Underground.Roberta in metro” di Cuocolo Bosetti non sono solo quelli in cuffia ma tutti gli altri che incrociano quello sciame assorto. Questo è uno degli aspetti cardine dell’happening teatrale per la III edizione Paesaggi Umani che replica due volte nella MetroC di S Giovanni. E’ un gesto pubblico che cambia la percezione: dimostra come il teatro accada dentro e non solo fuori. Si sta nella testa di Roberta mentre si va su quella bella Metro C automatica che nella discesa ci fa capire, metro x metro, come Roma sia costruita per strati (i metri si associano ai secoli). Si è immersi in un “teatro fuori dal teatro” che ci rivela quanto sia semplice, e complesso al contempo, ritrovarsi ad essere protagonisti di un’azione incidentale. La si segue come dioscuri, a proteggerla nella sua deriva urbana in metro, sotto, underground. E si va a pensare a chi ha fatto di questa parola un emblema di alterità culturale: Marcel Duchamp che nel 1961 così definì le pratiche del new dada. Si è parte del cortocircuito arte-vita, così come quelle centinaia di spettatori involontari che tornando a casa per cena potranno dire di essersi ritrovati testimoni di uno strano sogno lucido.

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Ascolta radiowalkabout

https://www.geoblog.it/tag/paesaggiumani-2022/

Nell’ambito della terza edizione di Paesaggi Umani. Reinventare lo sguardo sulla città, ascoltandone le storie, (21-27 novembre 2022) Urban Experiencepresenta per la prima volta a Roma Underground. Roberta nel metrò, azione teatrale in performing media della compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti.

Paesaggi Umani, promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 –2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

Underground. Roberta nel metrò è un’esperienza ecologica che attraversa ciò che ci è prossimo, come case, strade, edifici pubblici e privati, la metropolitana stessa. Lo spirito è quello di ristabilire una comunicazione sottile con lo spettatore, spiazzandolo e accendendo la sua immaginazione, sollecitandola proprio sulla soglia con la quotidianità. Il gioco drammaturgico immersivo, via radio, astrarrà lo spettatore dall’abitudine, mettendolo in gioco, creando le condizioni abilitanti perché possa generarsi uno sguardo differente sull’ordinarietà delle cose. Partire da sé stessi è qualcosa che si fonda nell’atto di ricordare, come gli ultimi passi che si sono fatti quando si è perso qualcosa… o qualcuno. L’azione teatrale utilizzerà la Metro C come mezzo di attraversamento non solo dello spazio fisico metropolitano ma anche di quello immateriale della memoria urbana, a partire da quella personale che vi è inscritta, proprio come in un “paesaggio umano”.

Underground è un lavoro site-specific per le metropolitane delle grandi città europee. Ci si sposta in un viaggio sotterraneo, attraverso il sistema della metropolitana cittadina guidati dalla voce di Roberta Bosetti usando il sistema delle radioguide. Per guardare dal basso la città che cambia. Underground continua e sviluppa la ricerca di Interior Sites Project, un’avventura umana e teatrale che inizia a Melbourne nel giugno del 2000 e dura ancora oggi. Alla base di tutto questo c’è un’idea e soprattutto una pratica di teatro, che ha portato la Cuocolo/Bosetti a presentare il suo lavoro nei principali Festival Internazionali di 26 paesi del mondo. Cerchiamo di far emergere dai luoghi la memoria, il genius loci, i valori e il senso rimosso, che li illumini attraverso l’incontro con lo spettatore. Abbiamo una vita e questa ci fornisce il materiale su cui possiamo riflettere. Siamo degli attori e interpretiamo noi stessi. Una buona dose di introspezione ci ha consentito di capire che le nostre fantasie in linea di massima non sono poi tanto uniche. Il far partire il nostro lavoro da noi stessi, da vicende autobiografiche, non è dovuto a un senso esasperato di importanza dato alle nostre vicende personali ma, al contrario, alla consapevolezza di quello che c’è di simile nell’esperienza di tutti. Quella che viene messa in discussione è la tradizionale separazione tra attore e personaggio. È un invito a riconsiderare i limiti tradizionali tra performance e realtà, tra arte e vita. Underground è situato in uno spazio reale: il sistema metropolitano di trasporto cittadino. Uno spazio pubblico, in cui si è isolati. In cui si tocca con mano la distanza tra noi e l’altro. Apparentemente vicini, condividiamo lo spazio e l’andare, eppure così distanti. Ognuno chiuso nel suo mondo, fatto di piccoli aggeggi luminosi, di mondi chiusi e separati. Andare insieme. Condividere. Immaginare e sentire il peso della città sopra di noi. Un lavoro sui paesaggi interiori. I luoghi familiari della città che si trasformano in perturbanti. Si aprono all’ascolto.

25 spettatori a replica. Prenotazione obbligatoria a info@urbanexperience.it, oppure (WhatsApp) al 3358384927

Il progetto Performing Media!, per la sua terza edizione, dal 25 al 30 settembre,  nell’ambito di Estate Romana 2022, si svilupperà in una ricognizione teorica ed esperienziale, ludica e partecipativa, con walkabout  condotti da Carlo Infante e una serie di performance con realtà virtuali e installazioni di intelligenza artificiale.

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Si evolverà il format del walkabout con le videoproiezioni nomadi, camminando di notte lungo l’Appia Antica, interpretando, in un inedito performing media storytelling,  epigrafi e storie di tombaroli; si svilupperà l’attività di geo-podcasting con l’app di “realtà aumentata orale” Loquis, narrando storie come quella di Don Sardelli, il “Don Milani” degli Acquedotti; all’Accademia Nazionale di Danza si affinerà il processo formativo sul performing media, con un workshop centrato sul rapporto tra corpo e paesaggi virtuali, con il progetto coreografico in realtà virtuale “Touching in VR” con Ariella Vidach e Claudio Prati– AiEP.

Momento cardine al Teatro Argentina: dopo il talk sul libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” si andrà in walkabout nel teatro (ricordando Beppe Bartolucci), per un evento promosso con RomaEuropa Festival.

Infine al Parco Archeologico dell’Appia Antica si farà experience lab su “L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain” con installazione di Intelligenza Artificiale ed elaborati ipermediali (in soluzione NFT-Non-Fungible Token per la rete blockchain) degli studenti del corso di Performing Media al Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza-Università di Roma, insieme a Communia-Rete per i Beni Comuni.

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Programma

Domenica 25 settembre, ore 21,Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Walkabout con videoproiezioni nomadi “Performing Media Storytelling della Regina Viarum”
con NuvolaProject e Simona Verrusio-Vj Janus

Lunedì 26 settembre, ore 18,Teatro Argentina, (Largo Torre Argentina 52),
Talk sul libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo e walkabout nel teatro (ricordando Beppe Bartolucci)
In collaborazione con RomaEuropa Festival e Teatro di Roma
Dopo convivio alla Cappella Orsini (per questo prenotare a info@urbanexperience.it)

Martedì 27 settembre,ore 11, Parco degli Acquedotti (P.za A. Celio Sabino 50)
Walkabout “Geo-podcast per Don Sardelli. Il Performing Media Storytelling di un Museo Dappertutto”
con Simona Verrusio-Vj Janus

Mercoledì 28 settembre, Accademia Nazionale di Danza (Largo Arrigo VII 5)
ore 11-17 workshop condotto da Carlo Infante su “Performing Media, tra paesaggi umani e virtuali con il progetto coreografico in realtà virtuale Touching in VR con Ariella Vidach e Claudio Prati– AiEP
ore 18, Installazione “Performing Media Map” (mappa concettuale con link) e di Intelligenza Artificiale “Nuvola 4.0” a cura di NuvolaProject
ore 19, Performance “KINEXA studio”  di e con Ariella Vidach – AiEP

Giovedì 29 settembre, ore 21, Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Walkabout con videoproiezioni nomadi “Performing Media Storytelling della Regina Viarum”

Venerdì 30 settembre, ore 11-19, Parco Archeologico dell’Appia Antica, Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Experience-lab su “L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain”
Installazione di Intelligenza Artificiale a cura di NuvolaProject ed elaborati ipermediali (in soluzione NFT-Non-Fungible Token per la rete blockchain) degli studenti del corso di Performing Media al Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza-Università di Roma,con Communia-Rete per i Beni Comuni (in memoria di Luigi de Giacomo)
ore 21
Walkabout con videoproiezioni nomadi “Performing Media Storytelling della Regina Viarum e del suo outback”

Tutto si svolge all’aperto (anche con la pioggia).a ingresso libero e gratuito.

Prenotazione consigliata a info@urbanexperience.it, oppure (WhatsApp) al 3358384927

Streaming web-radio su www.radiowalkabout.it
Hashtag: #performingmedia #urbanexperience #cultureroma #estateromana2022

Flyer da scaricare
 https://www.urbanexperience.it/eventi/terza-edizione-di-performing-media/ok-flyer_performingmedia_2022_web/

Podcast di presentazione del progetto
https://www.urbanexperience.it/wp-content/uploads/2022/09/III-Performing-Media.mp3

Si è chiusa, con centinaia di partecipanti (in presenza e connessi alla web-radio), la terza edizione di SOFTSCIENCE che dal 4 al 9 Aprile ha condotto tantissimi esploratori urbani grazie alla formula del walkabout, a scoprire e a reinterpretare, 17 luoghi di Roma, da Corviale al Mandrione, che riguardano lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 promossa dall’Onu.ipogeo

Dal Museo Diffuso nel VII Municipio con una segnaletica digitale che fa parlare un’antica statua di epoca romana acefala, dedicandola a Lucrezia Romana – stuprata dal figlio di Tarquinio il Superbo da cui prese le mosse la rivolta dei romani contro il re etrusco – che oggi, da Villa Lazzaroni sede del centro Antiviolenza di Roma Capitale si erge a simbolo della violenza subita da tante donne, alla ri-scoperta dell’ipogeo antico sotto il bar Necci, al Pigneto che da ricovero antiaereo durante la seconda Guerra Mondiale oggi è cantina per affinare vini e pecorini stagionati dove accogliere incontri sulla smart community di un quartiere che oggi ha una altissima densità creativa. E’ in questo contesto, ultimo appuntamento del progetto triennale “SoftScience. 17 goal in 17 luoghi”, che è stata proiettata la tag cloud con le 17 parole chiave circondate da quelle che sono emerse nelle esplorazioni, trasmesse su www.radiowalkabout.it e ascoltate come podcast e “mappate” da un sistema di intelligenza artificiale su www.walkipedia.it, un thesaurus delle conversazioni in walkabout.

Dal calcio sociale di Corviale con il “campo dei miracoli” inaugurato da Mattarella lo scorso 26 febbraio ,come simbolo della rinascita di una periferia estrema dove “vince chi custodisce” (come recita lo slogan sul cancello), all’incontro con l’apicoltore Fabrizio Nisi nel walkabout in Cava Fabretti dietro l’Appia Antica, immersi nell’atmosfera di un Arcadia che dimostra quanto ci sia da imparare dagli ecosistemi per ciò che oggi definiamo economia circolare: in natura tutto è connesso, tutto si trasforma.

Diciassette luoghi di Roma esplorati, attraversati, raccontati e vissuti attraverso la formula dei walkabout ideati da Carlo Infante con Urban Experience, per avvicinarsi ai diciassette obiettivi dell’Agenda 2030 promossa dall’Onu, per lo Sviluppo Sostenibile che hanno illuminato dei dettagli di Roma. Una “walking radio” che è andata dal centro alle periferie, per raccontare, nelle pieghe sottopelle della città, di povertà, cibo, salute, educazione, donne, acqua pubblica, energia green, lavoro, innovazione digitale, diseguaglianza, smart community, economia circolare, emergenza climatica, mare, biodiversità, legalità e partnership.

Il progetto, è stato curato da Urban Experience, e promosso da Roma Culture per Eureka! con il patrocinio di ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e la collaborazione dell’Università di Roma La Sapienza (Corso di formazione interdisciplinare in Scienze della sostenibilità e Dipartimento di Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura) e dell’Università degli Studi Roma Tre (Dipartimento di Economia e quello di Scienze della Formazione).

Come ha detto Carlo Infante, ideatore della manifestazione errante: “Lo Sviluppo Sostenibile richiede un forte coinvolgimento di tutti e ciò si deve esplicitare con azioni ed esperienze urbane, non solo nei convegni. Da questa terza edizione è emerso, grazie alle nostre esplorazioni partecipate e al coinvolgimento di tanti ospiti esperti, lo spirito della Soft Science, la “scienza soffice” che riguarda la capacità di declinare il pensiero scientifico nella azione coinvolgente della società che s’interroga sui nuovi modelli di sviluppo possibile. La Società è sempre più un laboratorio in cui la Scienza, interagendo con cittadini-utenti consapevoli, deve riequilibrare tutti i processi nell’ottica dello Sviluppo sostenibile.”

Lunedì 4 aprile 2022 inizia “SoftScience. 17 goal in 17 luoghi di Roma”, per la sua terza edizione, che fino al 9 aprile tratterà dei 17 obiettivi dell’ONU-Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il progetto curato da Urban Experience e promosso da Roma Culture per Eureka! attraverso il format dei walkabout (esplorazioni partecipate radionomadi condotte da Carlo Infante) si andranno ad interpretare i 17 goal in giro per la città.

I walkabout sono conversazioni erranti, con sistemi whisper radio che permettono di ascoltare le voci dei partecipanti, coinvolti nella “radio che cammina” in streaming su radiowalkabout.it . Azioni che oltre ad esplorare luoghi, esplorano temi,liberando nel confronto radiofonico peripatetico un’energia congeniale, ludico-partecipativa.

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In una densa settimana, dal 4 al 13 dicembre, abbiamo seguito il progetto “Paesaggi Umani. Distillare storie dalle geografie per una mappa parlante” per Contemporaneamente di Roma Capitale. Le occasioni ci hanno immerso in un vero “spettacolo della città”, come  valore che emerge dalle storie inscritte nelle geografie urbane.asino che vola

Siamo partiti dall’ex Mattatoio di Testaccio dove abbiamo esplorato l’EcoMercato del cibo etico insieme alla Rete Per la Terra con i protagonisti riuniti per  presentare e commercializzare i loro prodotti agricoli realizzati fuori dalla grande distribuzione. Uno degli eventi è stato partecipare alla performance di Mariella Fabbris, attrice dalla carica umana irresistibile, che narrando la via del sale, di memoria storica, ci ha portato a degustare le acciughe in dodici modi diversi.

Il giorno dopo il walkabout (esplorazione radionomade) è al Pio Sodalizio dei Piceni, nel prezioso chiostro di San Salvatore in Lauro, rilevando i paesaggi umani delineati dall’impronta picena data da Papa Sisto V, di cui ricorre il Cinquecentenario dalla nascita, focalizzando la figura di Raffaele Fabretti, “principe della romana antichità” e primo sovrintendente ai beni culturali, protagonista del Seicento romano, consigliere sia di tre Papi sia di Cristina di Svezia. In questo contesto è stata ripresentata (dopo la prima edizione di Paesaggi Umani) un’operazione di performing media: l’animazione digitale, realizzata con un sistema di Intelligenza Artificiale da Nuvola Project, con un lavoro ben più sottile dell’effetto deep fake, attraverso un morphing attoriale, del ritratto della “Regina di Roma” (come fu riconosciuta Cristina di Svezia dal popolo romano) e dei quadri parlanti di Sisto V e Raffaele Fabretti.
La mattina dell’8 dicembre si va a Tordinona per dedicarci a un altro “nume tutelare” di Roma, Paolo Ramundo, scomparso nello scorso agosto. E’ stato una straordinaria anima rivoluzionaria, dimostrò come “riprenderci la città”. Lì dove campeggia il murales dell’ “Asino che vola”, ideato da Ramundo, durante la lotta per la casa negli anni Settanta, viene presentato il progetto visionario dell’Oculus, sviluppato con Nanni Morabito, che delinea oggi una prospettiva per il Distretto Artigiano che sta rinascendo proprio in quella “periferia” al centro di Roma.lungo l'acquedotto
A San Lorenzo si va alla prima Casa dei Bambini della Montessori, parlando della battaglia alla povertà educativa del sindaco Nathan nel 1907. E qui parliamo di come questo quartiere sia stato il primo a ribellarsi ai fascisti nel 1922 durante la Marcia su Roma.
Un walkabout psicogeografico è quello ispirato al paesaggio sospeso dell’attesa, seguendo l’approccio per cui una parola chiave ci sollecita a porre uno sguardo sui luoghi che si attraversano. Un esercizio che abbiamo avviato anni fa con l’attrice-autrice Consuelo Ciatti, seguendo alcune suggestioni rese da Samuel Beckett, maestro dei paradossi urbani, come “Rifiuti” realizzato al Centro Raccolta di Cinecittà (misurandoci con “Giorni felici”) e “Desolazione” interpretando un frammento di “Cascando” al Roxy bar della Romanina, dove ci si rivoltò alla prepotenza dei Casamonica.
Venerdì 10 dicembre il walkabout scorre  lungo l’Acquedotto Felice per ripercorrere la memoria di Don Sardelli, con Matteo Amati, uno dei maggiori protagonisti dell’agricoltura sociale in Italia, che nel 1971 affiancò Don Roberto nella lotta alla povertà educativa in quella che fu considerata la Calcutta d’Europa. Ascoltiamo, estratti in podcast dal docufilm “Non Tacere” di Fabio Grimaldi, titolo anche del libro collettivo che testimonia l’esperienza della “scuola di strada” detta 725, per il numero della baracca in cui si sviluppò quell’esperienza nel 1968.
Il pomeriggio dello stesso venerdì s’incontra Marco Baliani, il maestro del teatro di narrazione, in cui si parla di come la tensione politica rivoluzionaria forgiò poetiche inedite. Ciò vale anche per il walkabout di sabato ad Acilia dove si è ripercorsa la memoria della sua infanzia, messa in forma nel romanzo “Nel regno di Acilia”.lucrezia
Domenica all’Antiquarium di Lucrezia Romana si narra una delle  storie più significative di Roma. E’ quella di Lucrezia, moglie di Collatino,  di cui s’evocata la storia del suo suicidio dopo lo stupro subito dal figlio di Tarquinio il superbo. Ciò accade attraverso i versi che gli dedicò William Shakespeare, in un poema che rese famoso quel sacrificio che nel V secolo a.c. determinò la rivolta dei romani contro il re etrusco per cui nacque la Repubblica. Si è fatto parlare Lucrezia dipinta in un quadro di Cranach animato dal tocco artigiano di intelligenza artificiale messo a punto da Nuvola Project.
L’ultima mossa è al Quirinale, nel giorno del compleanno di Sisto V che segna il 500nario “der papa tosto”, nel luogo che lui stesso ha fatto diventare sede istituzionale e che ha visto la fine dei suoi giorni. Lungo il percorso si innervano più chiavi di lettura, dall’impronta di Sisto V all’importanza di una percezione contemporanea per riconoscere il Quirinale come ” la casa degli Italiani”, grazie all’operazione “Quirinale contemporaneo” in cui accanto alle vestigia secolari si combinano opere d’arte contemporanea e di raffinato design.
Un focus è stato individuare gli appartamenti in cui risiedeva Raffaele Fabretti nel 1689. Monsignor Fabretti è stato una figura chiave del XVII secolo romano: è il trait d’union tra l’impronta picena di Sisto V un secolo prima e l’evoluzione del Barocco, seguendo da vicino Cristina di Svezia nella configurazione dell’Arcadia. E’ con lei, considerata la Regina di Roma, che portò con sé la “Atene del Nord”, la prima Accademia Reale delle Scienze che poi fu concepita come Arcadia.fabretti AR
Alla fine Nuvola Project presenta delle cartoline che funzionano come marker per una Realtà Aumentata che fa parlare Raffaele Fabretti.
Questa visita istituzionale di Urban Experience al Quirinale ha scandito l’avvio del 500nario di Sisto V. Un vero e proprio primo passo pubblico per aprire uno sguardo prospettico sul Papa che rifondò Roma dopo essere stata devastata, come mai nella sua storia di declini,  dai Lanzichenecchi nel 1527. Una violazione di tale gravità che qualcuno associa al  cinismo disincantato, e ormai congenito ,dei romani.

E’ possibile ascoltare tutte le conversazioni radionomadi nella mappa parlante su www.radiowalkabout.it realizzata con i geo-podcast: le registrazioni degli streaming web radio georeferenziati lungo i percorsi urbani.

Abbiamo partecipato a Performing Media! per Estate Romana che dal 14 al 20 settembre ha messo in campo 14 interventi, tra walkabout, experience lab, performance e installazioni agite con sistemi di intelligenza artificiale.

Oltre ai walkabout (le esplorazioni partecipate radionomadi che caratterizzano Urban Experience), ci sono stati altri eventi  connotati da significative competenze drammaturgiche, capaci d’innestare nelle coscienze l’intimità di percorsi ad alto tasso emozionale.  the walkCome è successo con  il perturbante The Walk di Cuocolo-Bosetti  (ascolta nella mapparlante la conversazione con Renato Cuocolo, avvenuta prima della performance) che ha solcato l’Acquedotto Felice a Tor Fiscale, a pochi passi dal campo barbarico, dove tra i fornici sono ancora presenti i segni delle baracche che fino alla seconda metà degli anni Settanta hanno invaso tutta la zona, creando un “sottomondo” degradato, ma poi redento grazie anche all’attività coraggiosa di figure come Don Sardelli (vedi questo report di uno dei tanti walkabout in quel territorio). All’inquietudine di The Walk che evoca gli ultimi passi di un amico morto accidentalmente, lo stato d’animo degli spettatori viene così pervaso dall’inquietudine che quel luogo esprime in sé, come un sottotesto. L’attrice Roberta Bosetti che ci conduce in questo viaggio intimo, coglie dei dettagli e li innesta nella sua partitura drammaturgica, come quando indica un portasaponette nero, cementato sulla parete dell’acquedotto, rivelando che proprio lì c’era un bagno privato. Si inforca poi un sentiero in mezzo ad un canneto, mentre inizia a fare buio, per poi fare tappa sotto una galleria ferroviari dove veniamo investiti dal rumore dei treni che sferragliano, una colonna sonora di realtà, concreta, drastica. Quando la Bosetti ci lascia, lasciandoci soli a contare fino a cento, con gli occhi chiusi, ci risuona nella testa una di quelle frasi di cui è ricca quella drammaturgia desolata: “camminare è pensare”. Lo sapevamo ma quel tocco, con tale tono di perturbante drammaticità, insorge come un’epifania teatrale che investe nella qualità di una rivelazione che commuove.

altro sguardo

Altro modo, quello dei Silent Play di Carlo Presotto che hanno un’impronta pedagogica, ludico-partecipativa, come dei giochi di ruolo di caratura emozionale, in una palestra d’empatia. Prima di iniziare, ci controntiamo con l’autore Carlo Presotto nello spazio antistante la scuola di musica “Battiti”, incastonata sotto i portici dell0 stesso Acquedotto Felice, straordinaria infrastruttura ricostruita in soli due anni (1585-1587) dal papa Sisto V inglobando gli acquedotti Claudio e Marcio. Ci confrontiamo sulla metodologia, conversando-camminando fin verso il giardino che il comitato di Casilina vecchia ha rigenerato. Il Silent Play che qui trova luogo  è Sospesi (scritto da Presotto con Paola Rossi e che abbiamo già portato a Roma qualche anno fa) si basa su una modalità di performing media che esprime al miglior grado la condizione teatrale attraverso la partecipazione in un processo che simula la situazione complessa di un migrante che rischia di ritrovarsi ultimo tra gli ultimi. Nella dimensione immersiva dell’ascolto in cuffia ci si ritrova nei panni dell’altro, pronti a lasciare tutto per partire verso un’esperienza incognita. L’azione che gli spettatori intraprendono, guidati dalla voce-guida, li porta a misurarsi con la cognizione dello spaesamento. Si percepisce, in prima persona, come i comportamenti indotti  possano sottrarre l’identità e farci ritrovare nella postura tipica del migrante soccorso, semplicemente indossando o i giubbetti fosforescenti dei soccorritori o la coperta termica, con una bottiglietta d’acqua in mano.

L’altro Silent Play è Un altro sguardo, realizzato a Villa Lazzaroni, domenica mattina con una partecipazione che ha travalicato le prenotazioni. Qui la soluzione del gioco di ruolo diventa ancora più esplicita, in un gioco  dove si è invitati a guardarsi, rispecchiandosi nei gesti dell’altro, e a prendersi cura del partner occasionale, toccandolo (cosa che per molti è ancora un tabù, per via del paradosso pandemico). E’ un’operazione che deriva dal progetto  “il volto dell’Altro” realizzata per Caritas international in collaborazione con l’associazione Non dalla Guerra in occasione della Giornata mondiale della gioventù 2019 a Panama. Un gesto pubblico che lascia sconcertati gli ignari frequentatori della villa, assistendo a questo happening silenzioso che scuote le coscienze dei partecipanti, scoprendo come il teatro migliore possa essere quello che accade dentro, nella tua testa.

 

Nonna Moderna riprende il suo blog scegliendo Paesaggi Umani , svolto dal 29 ottobre al 19 novembre nell’ambito di ContemporaneamenteRoma2019, dove Urban Experience ha  fatto parlare Roma, camminandola e rilanciandola via radio, lasciando le tracce georeferenziate, realizzando una mappa parlante. E’ stata un’esperienza nel vero senso della parola, che ha azionato tutti i sensi e cliccando sui punti attivi del geoblog si possono ascoltare  i “paesaggi umani”, delineati sia dai protagonisti dei territori sia dagli spettatori-cittadini attivi che esplorando un luogo esplorano se stessi. Dai walk about non si esce indifferenti, c’è sempre qualcosa o qualcuno che ti fa aguzzare lo sguardo o le orecchie.

La conduzione di Carlo Infante punta proprio ad attirare la partecipazione creando sorprese e stupore nei partecipanti. E così anche ciò che ti sembra di conoscere molto bene, come la città in cui vivi, si anima di nuove sfumature.

Il paesaggio è la risultante di un luogo, non è solo un’impronta geologica ma un’autobiografia. Meglio, è come il volto di un territorio, una forma segnata dalla vita che scorre. E’ con questa convinzione che Urban Experience esplora i territori, rilevando le tracce di  chi li ha vissuti e attraversati, per rivelare il senso di quei luoghi interpretandone la trama. In una ricomposizione di quei “paesaggi umani” fatti di storie inscritte nelle geografie. La definizione che diamo a queste esplorazioni è walkabout per creare le condizioni abilitanti attraverso conversazioni peripatetiche tese a qualificare il coinvolgimento dei partecipanti. Per essere più precisi: si tratta di un format di innovazione culturale che si connota come “esplorazione partecipata”, utilizzando i media radiofonici e web per attivare quelle dinamiche interattive di cui è alimentato il performing media storytelling. La singolarità di questa progettualità, curata da Carlo Infante, è nello streaming via webradio che lascia traccia sulle mappe geolocalizzando la conversazione nomade in podcast che di fatto scrivono, parlandole in cammino, storie nelle geografie romane.

Storie come quelle che riguardano Sisto V, in vista del Cinquecentenario della nascita del Papa che rifondò Roma; quelle  nel dark side del Gazometro, nell’area industriale dell’Ostiense dove si è sviluppata nei primi del Novecento la Modernità della città; quelle dei bombardamenti del 1943 sciamando dal Tuscolano a San Lorenzo; quelle della Cava Fabretti  opificio di sampietrini riassorbito dalla natura selvaggia, a pochi passi dall’Appia Antica; quelle dei movimenti creativi del 1968 che hanno contribuito alla prima rigenerazione urbana a Tor di Nona; quelle delle apparizioni beckettiane di Piazza Vittorio che ritroviamo, reinventate da Consuelo Ciatti, al Centro Raccolta Rifiuti di Cinecittà; quelle recuperate negli archivi della Scuola Garibaldi al Tuscolano dove si sono trovati i registri di classe che testimoniano le discriminazioni razziali del 1938; quelle che abbiamo incontrato al Binario95 la “casa dei senza casa”; quella dell’artista senegalese Mokodu nel suo tragitto quotidiano tra Tuscolano e Pigneto, solcando il Mandrione; quella del nido d’amore di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini nella villa a Tor Carbone ora sede di un istituto alberghiero d’eccellenza; quella del Parco del Salute al S.Maria della Pietà che ha riscattato l’internamento manicomiale; quelle dei tesori archeologici scoperti con gli studenti dell’Anagnina; quella del complesso di Via Ramazzini rifondato e gestito dalla Croce Rossa; quella degli Uccelli, l’ala creativa del Movimento del 1968 in un docufilm che ne ripercorre l’avventura; quella della smart community di Centocè. Questo è il videoreport di Massimo di Leo in cui si ricostruiscono le diverse tappe di Paesaggi Umani.