Urban Experience batte la pista di una Roma Plurale, stratificata, multidimensionale, multiculturale, inclusiva (nonostante tutto). Sono in cammino dal 19 settembre (vedi il primo report), muovendosi da Monte Mario ad Acilia (vedi il secondo report) in un’esplorazione continua e senziente che il 17 ottobre si muove a Tor Tre Teste.

Portano con loro il libro Elogio del Tre di Vincenzo Luciani (editore di Abitare A Roma, magazine che ha sia segnalato sia commentato l’evento) un personaggio emblematico: incarna il genius loci del Parco di Tor Tre Teste in un’evoluzione urbana sviluppata negli ultimi decenni con un straordinario impulso dal basso.

Tre sono le Teste che appaiono nel bassorilievo scolpito su un sarcofago (un’opera funebre romana ritrovata in quella zona poi definita Tor Tre Teste); tre sono i quartieri che condividono il Parco: Tor Tre Teste, Alessandrino e Quarticciolo; tre sono le vele della chiesa dedicata a Dio Padre Misericordioso, realizzata dall’architetto Meier in occasione del Giubileo del 2000.

Hanno attraversato l’impianto di atletica e rugby Antonio Nori ragionando su come le attività sportive abbiamo mantenuto saldo il rapporto con quel territorio, battendo i sentieri con gli allenamenti podistici, facendolo diventare di fatto, nel tempo, un Parco Urbano. Si sale lungo un sentiero per arrivare al punto più alto del Parco prendendo  atto di come quella sterrata sia quasi impraticabile per i podisti. Da lì si coglie l’estensione dell’Acquedotto Alessandrino che sulla sommità s’interra: sono nel tratto della “mai nata passeggiata alessandrina” emblema di una promessa non mantenuta, come anche il mancato recupero dell’antica Cisterna romana. Da lì sono arrivati alla “distrutta” piazza dell’Acquedotto Alessandrino che appare come il fantasma di una delle Centopiazze rutelliane, inizialmente qualificanti (con una fontana mirabile ma ormai inceppata) e ora desolanti. Procedendo attraversano  altro abbandono con aree sommerse dall’immondizia e infine il teatro del Parco di Tor Tre Teste, troppo sottoutilizzato per via di un’impiantistica inadeguata. Il walkabout rileva quindi criticità ma al contempo rilancia l’opportunità di uno sguardo partecipato messo in gioco da comunità territoriali che non aspettano altro che di essere ascoltate per contribuire alla valorizzazione di un Bene Comune.

report video di VieVerdi di questo walkabout (è una playlist con quattro sessioni video tematizzate)

Il mattino dopo, sabato 18,  sono a Tor Carbone, in Cava Fabretti, uno dei luoghi più selvatici di Roma, il loro covo preferito.  Ne hanno fatti talmente tanti di walkabout in quel contesto che gli sembra retorico ripetere le stesse impressioni…ma non è così. Qui tornano a riflettere sull’essenza del walkabout che è il contrario di una visita guidata dato che si basa su un’esplorazione psicogeografica (ispirata dai Situazionisti ma scaturita da una sensibilità archetipica, ed è per questo che s’usa un termine proprio della cultura aborigena). In più il walkabout è una conversazione radiofonica, tant’è che lo chiamano anche la radio che cammina. Stanno trattando di qualcosa che è il grado zero del site specific, a monte di qualsiasi processo performativo da allestire in contesti diversi, sarebbe significativo considerare quando hanno lanciato progetti come Lo Spettacolo della Città rivelando come i luoghi non siano solo contenitori ma contenuti (e forme). Una linea di ricerca che ha avuto un suo start nel 1988 a Narni con Scenari dell’Immateriale.  A proposito di Cava Fabretti si rimanda al report emblematico di alcune azioni realizzate per il Festival delle Periferie e poi va detto che ci sono degli squarci di realtà fenomenali: come quelle radici di eucalipto che sfondano una grotta (un tunnel di scavo della pozzolana) rimanendo sospese nell’aria. Per il progetto Paesaggi Umani è stato importante tornare per registrare con Giorgio Fabretti (discendente del Monsignor Raffaele Fabretti, Principe  delle Romane Antichità che nel Seicento fondò l’Arcadia) alcuni altri geopodcast e quindi predisporre una mappatura ancora più accurata della Cava Fabretti nel nostro geoblog.

Nel pomeriggio di sabato sono alla Cooperativa Case Tramvieri in cui ricompongono le tante storie di quel complesso (che non è un condominio visto che si basa sul principio della “proprietà indivisa”) rievocando la genesi di un’esperienza pioniera di mutualità cooperativa che dal 1908 ha attraversato due guerre mondiali. Un comprensorio abitativo, inaugurato dal sindaco Nathan, che esprime una particolare valenza civica: per decenni nelle sue bacheche c’erano i quotidiani L’Avanti e L’Unità e tutt’oggi ha dei locali usati come bene comune in cui svolgere attività culturali, sale studio e coworking. Nella conversazione radionomade si muovono tra i 13 fabbricati divisi in due lotti separati da Via Orvieto dove c’è uno dei mercati rionali più vecchi, sorto proprio in prossimità di quel comprensorio dato che la clientela dei tranvieri esprimeva, con il loro stipendio fisso, un buon volume di consumo garantito.

Osservano con quello sguardo partecipato proprio dei walkabout alcuni dettagli come le belle canne fumarie che servivano i forni dei panettieri e i resti di una scritta del ventennio fascista che recitava “Credere, obbedire…”. E’ un percorso nella memoria condivisa da vari esponenti della cooperativa tra cui Maria Bassetti, Rossela Palaggi e il presidente Maurizio Campagnani che sentiamo al telefono, in una modalità assolutamete funzionale alla nostra conversazione radiofonica errante, trattando  infine dei bombardamenti subiti nell’agosto del 1943 che distrussero uno dei fabbricati.
E’ proprio nello spazio prossimo a quell’edificio che appena si fa un po’ di buio si svolge la performance con videoproiezioni nomadi di NuvolaProject La voce dei giorni feriti. I bombardamenti del 1943 nelle visioni di Vespignani. Parte una sirena antiaerea e subito dopo il rumore delle bombe. L’attrice-autrice Gaia Riposati dà corpo e voce  al diario visionario del grande artista Renzo Vespignani, testimone diretto di quei bombardamenti che segnarano la fine dell’idea di Roma Città Aperta, dissolvendo l’illusione di essere protetti dallo scudo papale. Quelle parole si combinano ai suoi disegni, in un intreccio dove l’arte diventa documento e rivelazione. Quel diario e quei disegni appaiono come schegge di un tempo di guerra che sembrava lontano eppure oggi riemerge vicino e ostile. Le proiezioni curate da Massimo Di Leo aprono varchi di luce nella materia urbana: visioni disegnate sui muri di quel cortile, tra le finestre, come apparizioni improvvise di una memoria che ci inquieta come un monito in un tempo ferito da nuovi bombardamenti e genocidi. Dopotutto trattiamo di Memoria Rigenerativa cercando di dare forma web (con i geopodcast) alle testimonianze da trasmettere alle nuove generazioni.

E’ ciò che stanno facendo con il progetto Paesaggi Umani di Roma Plurale che il 7 novenbre alla Casa del Quartiere di Villa Fiorelli (vedi il programma nel link) avrà un momento di screening del geoblog con la mappatura delle memorie raccolte. Fino ad ora il progetto ha avuto più di 470 partecipanti (nella somma ci sono anche quelli trattati nel primo report e nel secondo report, dove sono linkati anche i video di VieVerdi) e più di 63 uscite sui media (non stiamo contando quelle sui social! e neanche i report), tra queste una significativa intervista su Exibart.

Dopo un bell’opening a Villa Fiorelli per la presentazione peripatetica di Paesaggi Umani di Roma Plurale. Performing Media Storytelling per la Memoria Rigenerativa ci siamo disseminati in tutta la città. Quella festa mobile che ha illustrato le peculiarità del progetto, ci aiuta ora a non dover descrivere troppo cio che è accaduto in giro per Roma, interrogandola sul suo destino a partire dalle sue tante matrici stratificate.

Da via Margutta – evocando l’antica serie TV  Il segno del comando , reinventata dal romanzo di Loredana Lipperini che era con noi (libro e scrittrice) – s’è sciamato il 2 ottobre, ascoltando estratti del telefilm e leggendo frammenti di quel romanzo gotico che ha offerto la chiave esoterica (qui ricordiamo Cristina di Svezia, la “regina di Roma” che si circondò di scienziati che allora chiamavano “alchimisti”) per interpretare la città più misteriosa (e più amata da Byron, protagonista implicito del percorso) tra i vicoli di Tordinona e Campo Marzio. Nella conversazione fervida con Loredana, donna “radiosa” (ha condotto Rai-radio3 per decenni), sono emersi focus significativi come quelli dell’enclave dei Bamboccianti che nel Seicento crearono alle pendici del Pincio (dov’è appunto Via Margutta) un’emblematica comunità creativa, antesignana dei bohemien e degli hippie e quelli di Campo di Fiori, una delle poche piazze romane senza chiesa nel centro storico, epicentro dei Movimenti rivoluzionari e femministi negli anni Settanta.

Il sabato 4 costeggiamo l’Acquedotto Felice ricordando come il marchigiano Sisto V (Felice Peretti, detto “er Papa tosto”) che lo costruì, utilizzando i resti di antichi acquedotti, abbia rigenerato Roma mezzo secolo dopo il Sacco dei Lanzichenecchi. Prima di muoverci con il Comitato Casilina Vecchia, nel Parchetto reso bene comune, raccogliamo preziose memorie, come quelle di Aldo che ci narra dei bombardardamenti del 1943 e di bombe a mano abbandonate ma letali. Il walkabout si muove verso il Mandrione, raggiungendo quei tratti dove si estendeva (fino a Tor Fiscale e oltre, nell’attuale, bellissimo Parco degli Acquedotti, allora no) una delle baraccopoli più grandi d’Europa e dove operava Don Roberto Sardelli il “Don Milani dell’Acquedotto” uno degli eroi di Roma Plurale (ascoltalo qui) che andò a vivere in quelle baracche dove realizzò un “doposcuola” che salvò molti ragazzi dalla povertà educativa. Tornando al crepuscolo proiettiamo tra i fornici il ritratto “performante” di Sisto V animato con l’intelligenza artificiale (due anni prima dell’avvento di ChatGPT, con un approccio artigianale di performing media) da NuvolaProject. Cogliamo il valore pragmatico della sua governance nel realizzare la Renovatio Urbis e di come quello spirito si sia perpetuato nel Seicento, il siglo de oro della Roma Barocca con una classe dirigente marchigiana (ne abbiamo trattato qui) in cui spiccava Monsignor Raffaele Fabretti che affiancò Cristina di Svezia nell’attuazione dell’Arcadia.

Domenica 5, in collaborazione con l’AppiaDay, ci immergiamo nel crepuscolo dell’Appia Antica, partiamo da Capo di Bove dove c’è il caposaldo (detto anche “punto”) geodetico per la misura del Meridiano Centrale Europeo progettato dal gesuita-astronomo-geodeta Angelo Secchi, nel 1854. Trattiamo di come molte epigrafi, statue e rivestimenti in marmo siano stati trasformati in calce nei secoli dalle diverse calcare poste in quei luoghi. Uno scempio che proprio il Fabretti (abbiamo con noi un suo discendente, Giorgio) nel Seicento contrastò con il suo ruolo di Principe delle Romane Antichità assegnatogli da Papa Alessandro VIII. Si cammina sull’antico basolato e NuvolaProject proietta sui cipressi e le rovine dei mausolei i ritratti performanti della serie Art Prophecies con pizie e sibille tratte da opere di Michelangelo, Raffaello, Guercino, ma anche Collier, Dante Rossetti. E’ un bell’esercizio di percezione, appaiono come figure fantasmatiche in un’azione di performing media che attraverso le videoproiezioni nomadi che coniuga il cammino con la visione, cogliendo non solo l’essenza delle immagini evocative ma il fatto d’incastonarsi nel paesaggio archeologico, ritagliando nel buio una fantasmagoria che esalta quel contesto, rivelando il genius loci della Regina Viarum. Il percorso si conclude con l’epopea triste di Lucrezia Romana che determinò con il suo sacrificio, denunciando lo stupro subito dal figlio del re Tarquinio il Superbo, la fine della tirannia dei re etruschi nel V secolo a.C. con una rivolta che fece nascere la Res pubblica.

Mercoledì 8 nella mattinata con gli studenti del Liceo Cicerone di Frascati, con cui abbiamo realizzato un progetto negli anni scorsi,  andiamo all’Antiquarium di Lucrezia Romana, un luogo significativo perchè espone reperti archeologici estratti nel territorio che lo accoglie, nel quartiere StatuarioCapannelle. Camminiamo sul basolato di uno dei diverticoli dell’Appia Antica, la via Castriniense, una delle prime ad usare, dopo le pavimentazioni in tufo, la selce, ovvero la leucitite, quel materiale che poi diventò la base del “sampietrino”. Il walkabout si svolge come un brainstorming riflettendo su quanto sia importante affinare la percezione dei luoghi per rilevarne il genius loci ma anche evidenziare le criticità, come quella del passaggio negato tra l’Antiquarium e il bel comprensorio del costruttore Santarelli in cui troviamo però degradata la bella struttura in legno, pensata per un pergolato, che sfocia in un anfiteatro dalle strategiche potenzialità d’iniziativa tra pubblico e privato. Tornando nell’Antiquarum NuvolaProject proietta Lucrezia e questa volta (avevamo già fatto questo intervento anni fa) lo “performa” sui visi della classe (docenti compresi): “ci mettono la faccia” per dare luogo alla tragedia di Lucrezia (nel link sopra c’è il video).

Lo stesso mercoledì nel pomeriggio al RomaEuropaFestival c’è il talk sul Performing Media Storytelling di Paesaggi UmaniIl Performing Media, sorto dall’interazione tra performance e nuovi media, è diventato un nuovo canone espressivo che attraversa le politiche e le poetiche delle reti per coniare format d’innovazione culturale come i walkabout e i geopodcast, tesi ad interpretare le peculiarità dei territori. Il nodo è nell’ associare i processi di riqualificazione urbana con quelli di una rigenerazione umana che investa più generazioni, attraverso azioni basate sull’audience engagement e il passaggio da testimonianza a edizione web dei geopodcast perché si attui Memoria rigenerativa. In quel contesto facciamo riferimento a come il performing media esprima una potenzialità ibrida tra la dimensione fisica e quella digitale, proprio come era accaduto la mattina all’Antiquarium in cui i partecipanti avevano fatto del loro viso uno schermo, “accollandosi” la storia triste del suicidio-denuncia di Lucrezia. E come è accaduto con il walkabout finale che ci ha portato fuori del Mattatoio conversando su L’Arte dello Spettatore per il community empowerment in un esercizio audience engagement che rilancia una potenzialità strategica su cui si lavora da decenni (si sono progettati e realizzati format sull’Arte dello Spettatore come in questo blog, uno dei primi attivati in Italia). Il punto  quindi è nel far convergere questo potenziale partecipativo verso il community empowerment.

E’ questo l’obiettivo sostanziale del progetto Paesaggi Umani di Roma Plurale. Performing Media Storytelling per la Memoria Rigenerativa  che in questi primi atti (si concluderà il 21 dicembre) ha avuto più di 200 partecipanti e 45 uscite sui media. Vedi i videoreport di VieVerdi

Dal 29 settembre è in corso Paesaggi Umani di Roma Plurale. Performing Media Storytelling per la Memoria Rigenerativa disseminato in tutta Roma, con un campo base al Tuscolano, a Villa Fiorelli dove domenica 12 ottobre la giornata sulle Pratiche del Narrare si concluderà con un racconto teatrale che si rivelerà degustazione di acciughe.

Sabato 11 ottobre alle ore 17 dal Casotto Monte Ciocci (Via Lucio Apuleio) parte il walkabout Corpo, sguardo e silenzio lungo la nuova Via Francigena con i protagonisti delle attività di rigenerazione culturale del Casotto (tra cui Carmen Iovine), diventato presidio civico nella pista ciclopedonale Monte Mario-Monte Ciocci ormai riconosciuta come nuova Via Francigena, tratteremo di inclusione sociale. Corpo, sguardo e silenzio è un saggio di Franco Basaglia che pone al centro dell’attenzione il concetto di alterità e inclusione sociale. Ci rivela che l’altro, l’altro che è in noi, possa essere letto come qualcosa che rivolge lo sguardo verso noi stessi. Il rischio è non arrendersi all’inerzia della passività che se si indurisce, diventa qualcosa di duro, sassoso, granitico, contro cui si sbatte la testa. E quindi l’unica cosa che si può fare è avere in mente l’idea di tentare una “fusione” poetica con l’intersoggettività. Lo spazio del Santa Maria della Pietà è il contesto ideale per avvicinare la vita e la poesia di Alda Merini, autrice fragile ed emblematica del secolo scorso. Sarà proposto un percorso itinerante, con Consuelo Ciatti, che utilizzerà anche il treno per raggiungere l’ex Manicomio ed evocare l’esperienza radicale di Alda Merini (nella foto), L’indubbia drammaticità della sua vita sarà approcciata con la sua disarmante e meravigliosa visione del mondo: quel suo modo scanzonato e ironico del narrare.  Alle ore 18 al Santa Maria della Pietà (P.za di Santa Maria della Pietà 5) c’è la performance di Consuelo Ciatti lo sono il canto e la lunga strada. Primo Atto. Lo spazio dell’ex Manicomio Santa Maria della Pietà è il contesto ideale per avvicinare la vita e la poesia di Alda Merini. Sarà proposto un percorso itinerante in qualche “stanza” della sua vita: l’anima, l’ospedale, gli amori… attraverso appunti, poesie, suoni. Lo spostarsi tra le sue stanze si ispira alla grande disponibilità della poetessa nel ‘raccontarsi agli altri’, alla generosità per la quale offre sé stessa (e la propria poesia) in una sorta di necessità a esistere attraverso lo scambio con l’altro’, rimanendo al contempo nella propria insanabile solitudine.

Domenica 12 ottobre alle ore 11 ad Acilia (Chiesa San Francesco, Largo Cesidio da Fossa) c’è il workshop peripatetico Le pratiche poetiche e politiche del narrare.
Narrare, nel suo etimo latino gnarigare che deriva da gnoscere (conoscere) e igare (da àgere: agire), sottende il far conoscere agendo. Non si raccontano solo storie, si narra, con un approccio che non è solo teatrale ma performante: esercitando memoria camminando, conversando e comunicando (a terra e on line) attraverso le nostre esplorazioni psicogeografiche che rilasciano geopodcast. Ciò che fa Urban Experience è quindi cercare di riconfigurare lo sguardo sui territori che si attraversano, giocando con diverse chiavi narrative che aprano la percezione su prospettive extra- ordinarie. È ciò che faremo conversando con Marco Baliani, maestro delle pratiche del narrare, sia poetiche sia politiche. Alle ore 12 performance di e con Marco Baliani Nel regno di Acilia. Mise en espace. Marco Baliani con Il suo Kohlhaas nel 1989 resettò lo sguardo sul teatro, sparigliando tanto manierismo sperimentale, inchiodando tutti di fronte ad un narratore seduto su una sedia, scalpitante, maieutico, capace di scatenare storie nelle teste di chi lo osservava rapito. Aprì una strada, quella che portò Marco Paolini sulla diga del Vajont nel 1997, in una delle oratorie civili passate alla Storia e lo straordinario Ascanio Celestini a centrifugare storie che rivelano la caoticità prismatica della memoria. L’azione teatrale con Marco Baliani, l’attore- autore che ha reinventato le pratiche del narrare, riscoprendo la borgata in cui è cresciuto, in una mise en espace del suo romanzo Nel Regno di Acilia, tra le marane e i luoghi dove Fellini girò alcune scene de Le notti di Cabiria. Un “viaggio” dentro quella sua memoria d’infanzia, camminando in quei luoghi, usandoli come sottotesto per una conversazione-palestra d’empatia. Sarà l’occasione per una rilettura del Lazarillo de Tormes e sviluppare una ricerca sul “picaresco romanesco”.

Mariella Fabbris

Domenica 12 ottobre alle ore 17 alla Casa del Quartiere di Villa Fiorelli (Piazza Villa Fiorelli) c’è il workshop-walkabout Il performing media e il narrare in cammino introdotto da una presentazione dell’attività di geopodcasting, si tratterà di come dal mondo del teatro e della narrazione si sia distillato il canone del Performing Media seguendo l’evoluzione dei linguaggi e dell’immaginario attraverso l’avanzamento tecnologico. Un passaggio dall’esperienza al pensiero, attraverso i vari gradi del sensibile, a partire da quelle pratiche del narrare che si ispirano al pathosformel che concepì Aby Warburg, uno dei più grandi esperti delle Arti della Memoria, per definire le formule dell’” arsenale” emotivo a cui attingiamo per interpretare le mutazioni culturali, da sempre, dagli albori della Civiltà. Un approccio che si tende ad attuare attraverso i walkabout “con i piedi per terra e la testa nel cloud” per pescare dentro e proiettare fuori…e salvare il futuro dalla convenzionalità digitale senz’anima, estraendo il meglio dalle nostre radici, mantenendole vive anche nel cloud. Converseranno con noi (in presenza e al telefono) nella “radio che cammina” Marco Baliani, Consuelo Ciatti, NuvolaProject, Mariella Fabbris, Carlo Presotto, Cuocolo-Bosetti e alcuni protagonisti delle comunità territoriali (tra cui Aps Villa Fiorelli, CdQ Tuscolano-Villa Fiorelli). Alle ore 19 c’è la performance di Consuelo Ciatti lo sono il canto e la lunga strada. Secondo Atto. La Villa storica diventerà il contesto per avvicinare la vita e la poesia di Alda Merini. Sarà proposto un percorso itinerante che si ispira alla generosità per la quale offre sé stessa (e la propria poesia) in una sorta di necessità a esistere attraverso lo scambio con l’”altro” rimanendo al contempo nella propria insanabile solitudine. L’indubbia drammaticità della sua vita sarà approcciata tenendo conto e utilizzando la sua disarmante e meravigliosa visione del mondo: quel suo modo scanzonato e ironico del narrare e del ricordare. Alle ore 20 c’è la performance conviviale di Mariella Fabbris L’albero delle acciughe. Un racconto con cena: pane, vino e un mare di acciughe. Una narrazione conviviale liberamente tratta dal racconto di Nico Orengo, Il salto dell’acciuga. Mariella (fondatrice del Laboratorio Teatro Settimo nei primi anni Ottanta e protagonista del teatro di narrazione) ci conduce nel viaggio delle acciughe, dai mari del sud alla pianura padana, tra profumi, colori, limoni, aglio e il preziosissimo sale. Si va sui carri blu dei contrabbandieri, con le acciughe stipate nei barili e col timore di essere assaltati lungo i sentieri di montagna, di arrivare a mani vuote dai contadini desiderosi d’altri sapori da unire ai frutti dei loro orti.

Continua in tutta la città Paesaggi Umani di Roma Plurale Performing Media Storytelling per la Memoria Rigenerativa e in questo fine settimana le azioni di Urban Experience si svolgono al Mandrione e sull’Appia Antica di notte.

SABATO 4 ottobre alle 18 dal Parchetto Condiviso del Mandrione (Via Casilina Vecchia 124)
Walkabout “Lo slum più povero d’Europa” camminando lungo i fornici dell’acquedotto che accolse gli sfollati dei bombardamenti di San Lorenzo e poi nei decenni seguenti gli “ultimi”, poverissimi e senza casa. In quel mondo sottoproletario agirono figure straordinarie come don Roberto Sardelli, il #DonMilanidellAcquedotto. Narreremo la sua storia ascoltando la sua voce e quella dei ragazzi che salvò dalla poverta educativa. Si adotterà il metodo dei “RiScatti” scattando foto con la stessa angolazione degli scenari di quei tempi, per pubblicarle in nel geoblog che “parlerà” attraverso i geopodcast.

Alle ore 19 parte il walkabout “La rivoluzione urbanistica di Sisto V” per narrare di Felice Peretti che divenne Papa nel 1585 con il nome di Sisto V, avviando una delle maggiori rivoluzioni urbanistiche vissute dalla città. Progettò nuove strade e nuovi assetti urbanistici, costruendo l’acquedotto Felice, riusando i resti di antichi acquedotti, l’infrastruttura di acqua pubblica più importante di Roma. Alle ore 20 performance con videoproiezioni nomadi di Nuvola Project #ErPapaTosto con il ritratto di Sisto V, “er papa tosto” reso performante con l’Intelligenza Artificiale

DOMENICA 5 ottobre alle 20 dal Complesso di Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Walkabout “Le epigrafi perdute, ridotte in calce”
Sciameremo lungo l’Appia Antica per ricordare le epigrafi scomparse (alcune salvate ad Urbino da Monsignor Raffaele Fabretti nel XVII secolo) altre usate per farne calce…cui seguirà un percorso performativo immersivo. Al calar della sera, gli spettatori cammineranno per la Via Appia che si accenderà di proiezioni e di storie.
Alle 21 Performance con videoproiezioni di NuvolaProject “Pizie, Sibille e il lamento di Lucrezia”
L’immagine della ninfa Egeria emerge tra le rovine, Sibille prendono vita grazie a un dialogo tra arte e IA, mentre Lucrezia Romana, in un ritratto digitale performante, narra la sua storia all’origine nel VI sec. della Repubblica Romana.

Dettagli e prenotazioni

Il progetto Paesaggi Umani di Roma Plurale,  promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, vincitore dell’Avviso Pubblico “Roma Creativa 365. Cultura tutto l’anno”, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, spazierà in tutta Roma dal 19 settembre al 21 dicembre, una serie di eventi che intrecciano storie con le geografie, da Tor Tre Teste a Monte Mario, passando per Acilia e Portuense, con particolare attenzione al quartiere Tuscolano.

L’obiettivo principale è quello di creare una connessione profonda tra i cittadini e il loro territorio attraverso il Performing Media Storytelling, un approccio innovativo che utilizza sistemi radio e digitali per dare voce alle memorie collettive. Attraverso una sorta di “Radio che Cammina”, i partecipanti potranno ascoltare le narrazioni che emergono dai luoghi, trasformando le strade in palcoscenici di un racconto vivente, culminando in geopodcast georeferenziati su una mappa interattiva creata da Urban Experience, attivo sul campo dell’innovazione culturale da quasi vent’anni.
Il fulcro delle attività sarà Villa Fiorelli, dove si concentreranno le ricerche sulla memoria storica, in particolare sui bombardamenti del 1943. Il 12 ottobre, il walkabout “Pratiche del Narrare” guiderà i partecipanti a esplorare i luoghi dell’infanzia di Marco Baliani, un viaggio attraverso la sua memoria personale, accompagnato da radiocuffie. Le conversazioni al parco si arricchiranno di un’analisi del “picaresco romanesco”, creando un momento di empatia e connessione tra attore e pubblico.
La programmazione prevede anche momenti teatrali significativi, come la performance itinerante “Lo sono il canto” di e con Consuelo Ciatti che attraverserà la poesia di Alda Merini, “L’albero delle acciughe” di e con Mariella Fabbris, cucinando in tanti modi diversi le acciughe e “Teatro” di Cuocolo-Bosetti , un’esperienza immersiva che coinvolgerà profondamente gli spettatori. La compagnia Cuocolo-Bosetti, vincitrice di un UNESCO AWARD, parteciperà a un incontro all’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi approfondendo “La Memoria dell’Avanguardia”.
Altri eventi degni di nota includono il walkabout “eccezionale” con Loredana Lipperini dedicato al famoso sceneggiato de “Il segno del comando”, e una riflessione sulle trasformazioni di Tor Tre Teste con Vincenzo Luciani. Al Portuense, l’Assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia discuterà di rigenerazione umana e urbana il 31 ottobre.
NuvolaProject offrirà un’interazione tra performance e innovazione culturale, mentre il talk di Carlo Infante l’8 ottobre al RomaEuropaFestival svelerà il ruolo del Performing Media nel reinterpretare le peculiarità dei territori. Infine, dal 22 ottobre al 17 dicembre, un workshop presso la Casa Circondariale di Rebibbia si concentrerà su “Lo sguardo partecipato in Cammino”, creando spazi di empatia e consapevolezza.
Questo progetto non è solo un’opportunità di riscoperta per i romani, ma un modo per tutti di approfondire una memoria condivisa che è essenziale per la rigenerazione umana e urbana di Roma Plurale, stratificata e multiculturale com’è.

Nelle ultime tre giornate, dal 24 al 26 settembre, a conclusione del progetto, oltre alle attività rivolte esclusivamente agli studenti ci sono stati due eventi importanti con Teatro Mobile e NuvolaProject, realizzati tutti nelle tre mattinate.

Nel marzo 2024 alla Villa Sciarra di Frascati è stato avviato un cantiere innovativo per il progetto PAESAGGI UMANI. IL PERFORMING MEDIA STORYTELLING DEL GENIUS LOCI DI VILLA SCIARRA curato da Urban Experience con il sostegno della Regione Lazio.

Si sono coinvolti sia i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Frascati” sia gli studenti del Liceo Classico-Linguistico-Scienze Umane “Marco Tullio Cicerone”, con entrambi si è lavorato-giocato con i walkabout, una nuova forma di spettacolarità partecipata, attraverso i sistemi radio che permettono di conversare mentre si cammina e al contempo ascoltare (in radio-cuffia) podcast evocativi.Una modalità che tende a rendere protagonisti i giovani spettatori, sollecitandoli a guardarsi intorno e a stabilire un principio proattivo con i contesti territoriali, secondo la sperimentazione pedagogica dell’Apprendimento Dappertutto.
Con gli studenti si è affinata la pratica di performing media storytelling operando sul genius loci di Villa Sciarra a partire dalla presenza del Vulcano Laziale che connota tutto quel territorio. Dappertutto, girando per Villa Sciarra, troviamo tufo e leucitite (il basolato e i sampietrini che non è altro che lava pietrificata) e a qualificare questa attenzione interviene Roberto Sinibaldi-Opifex che con il suo kamishibai (Teatro di Figura di origine giapponese ) narra come un cantastorie, da ottimo educatore ambientale qual è, la storia di quel vulcano ormai disintegrato. Quel vulcano che sovrastava i Colli Albani ha avuto 60 km di diametro ed un’altezza di circa 1.700 m, emettendo circa 200 km³ di materiali durante la sua attività. E’ sulla base di questa metodologia che gli studenti della II B guidati dalla docente Elena De Santis hanno messo a punto (con dei cartelli che hanno mostrato una sorta di slide show) un loro storytelling di Villa Sciarra e dell’antica Via Latina, “monumento lineare” che  stato adottato dal Liceo, atto che è stato anche premiato dal concorso nazionale La scuola adotta un monumento.

Con il kamishibai gli studenti hanno narrato la loro attività di esplorazione del territorio, con diversi walkabout che hanno percorso dei punti cardine, a partire da Roma per poi concentrarci su Villa Sciarra. Si è partiti dalla Porta Latina inscritta nelle Mura Aureliane, per arrivare all’area archeologica delle Tombe Latine, e poi al Parco degli Acquedotti dove si rivela un bel tratto di basolato della Via Latina. E’ qui che viene posto un cartello che dichiara I care ovvero “m’interessa…me ne prendo cura” e si conia un titolo per un titolo delle nostre azioni: Latina via amica mia.

Acquedotti dove si rivela un bel tratto di basolato della Via Latina. E’ qui che viene posto un cartello che dichiara I care ovvero “m’interessa…me ne prendo cura” e si conia un titolo per un titolo delle nostre azioni: Latina via amica mia.
Alle attività di restituzione dell’esperienza esplorativa con gli studenti in queste giornate conclusive si combinano gli spettacoli di Teatro Mobile che evocano la dimensione mitica dell’Antica Roma, come il Caligola di Albert Camus che viene introdotto da un walkabout sulla “follia del potere” di un imperatore controverso. Si tende quindi a contestualizzare questo intervento teatrale ricordando agli studenti che Caligola risiedeva a poche decine di chilometri, nel lago di Nemi, su mirabili regge galleggianti.
I due attori, Fabrizio Parenti e Raffaele Gangale,  accompagnati dalle musiche dal vivo di Felice Zaccheo, interpretano il testo di Camus premio Nobel in un adattamento drammaturgico di Pina Catanzariti e la regia di Marcello Cava.
La seconda giornata vede l’arrivo degli studenti della I L che conoscono poco Villa Sciarra e per questo con un walkabout la si va ad esplorare, narrando come questo luogo che ha rischiato l’abbandono sia stata una delle più belle Ville Tuscolane (con interventi architettonici di Nicola Salvi, noto per la Fontana di Trevi) e del bombardamento del 1943 che la distrusse, in un blitz degli alleati che cercavano di colpire la residenza di Kesserling, comandante supremo delle forze tedesche in Italia. Dopo l’esplorazione partecipata si entra nella dimensione teatrale con un primo atto di NuvolaProject che narra, con Gaia Riposati in cammino nel Bosco Sacro, usando le parole di Shakespeare e una videoproiezione nomade, il dramma di Lucrezia Romana. Viene proiettato in una cavernetta (per approfittare di un po’ di oscurità) il ritratto di Lucrezia di Cranach il vecchio, animato con un morphing realizzato dall’Intelligenza Artificiale e applicato anche ad un sistema di Realtà Aumentata (accessibile con un qr-code). Una storia triste quella di Lucrezia che con il suo sacrificio determinò la nascita della Res Publica Romana nel 509 a.C. A ruota parte lo spettacolo itinerante di Teatro Mobile, una combinazione di  Orazi e Curiazi e Interrogatorio di Lucullo tratti da Brecht, con Roberto Andolfi, Dario Carbone, Massimo Guarascio e in particolare Antonella Gargano, nota germanista, con cui conversiamo nel walkabout-preludio e in quello conclusivo, riconoscendo il valore di quei drammi “didattici” che il drammaturgo tedesco ha concepito per interpretare la classicità dell’Antica Roma.
Il giorno dopo ci ritroviamo con alcune studentesse della I L (e i docenti Giacomo Bortone, Pamela Bartoloni, Antonella Violo e Elena De Santis) che ieri avevano partecipato allo storytelling di restituzione del progetto Paesaggi Umani e agli spettacoli. Incontrare una prima classe che inizia ora a conoscere Villa Sciarra è stato un momento significativo per proiettarci nel futuro di questa progettualità che di fatto è riconosciuta come una Buona Pratica per l’Innovazione Territoriale (concetto che abbiamo lanciato nel 2007 proprio a Frascati). Andiamo in walkabout nel bosco sacro, cercando i resti dei mosaici romani e funghi (troviamo dei marasmius oreades). Si fa poi il punto nella Serra da poco restaurata  con Michele Arganini che sta seguendo, per il Comune, i Patti di Collaborazione per le diverse espressioni della sussidiarietà relativa la gestione di questa aula outdoor.

Si conclude così un’operazione incardinata sul coinvolgimento attivo degli studenti, secondo i nostri metodi di community empowerment, che lascerà  tracce nel web con la pubblicazione di alcuni geopodcast in una mappa in progress che sarà utile per continuare questa attività tesa a recuperare il genius loci perduto di Villa Sciarra.

Villa Sciarra a Frascati è la più sconosciuta delle Ville Tuscolane. Fu costruita dal Monsignore Ottaviano Vestri da Barbiano nel 1570 chiamandola Villa Bel Poggio ed ebbe diversi proprietari: Duca di Ceri, principi Pallavicini e nei primi anni del Novecento Maffeo Barberini Colonna di Sciarra, VIII principe di Carbognano, il quale nel 1929 la cedette a Leone Weinstein. Nel 1932 la villa passò alle Suore dell’Opera Pia Casa della Provvidenza che vi istituirono un orfanotrofio che nella II guerra mondiale fu distrutto dai bombardamenti del 7 settembre 1943, il giorno prima dell’Armistizio. Ciò che resta è fondamentalmente il parco con ruderi classici di età romana e una importante terrazza panoramica, con uno sguardo emblematico su Roma.

Oggi a Villa Sciarra c’è la Scuola Pubblica: l’Istituto Comprensivo “Frascati” e il Liceo Classico-Linguistico-Scienze Umane “Marco Tullio Cicerone”. E’ con entrambi che si è lavorato in una mattinata con due walkabout a staffetta, negli angoli più singolari del parco con essenze secolari (lecci e pini) facendo parlare attraverso i geopodcast richiamati dal cloud con i qrcode posizionati sulle segnaletiche parlanti (un format messo a punto nel 2007, ne parla la Treccani). E’ questa la peculiarità di Urban Experience: mettere in relazione web e territorio, esplorandolo “con i piedi per terra e la testa nel cloud”, secondo i principi del performing media storytelling. Nella mattinata del 19 marzo, con quelle due azioni  in staffetta, si è concluso un progetto, quello dei 17 goal di Agenda 2030-ONU in 17 luoghi per 8xMille Valdese, e allo stesso tempo inaugurato quello nuovo Paesaggi Umani. Il performing media storytelling del genius loci di Villa Sciarra per Regione Lazio.

Nella Villa Sciarra c’è il tocco di un artista importante del XVIII secolo, Nicola Salvi, l’architetto di Fontana di Trevi, uno dei monumenti più attraenti del pianeta. Firma di certo il portale d’ingresso ma nel parco le tante fontane e vari fregi in travertino sparsi fanno pensare al suo stile. Ci si guarda intorno e in mezzo all’abbandono di quel posto si prende atto di un bel segnale di rigenerazione dovuta: il Comune di Frascati si sta impegnando nella ristrutturazione di una serra per farne un laboratorio di cittadinanza educativa.

All’inizio della mattinata con gli studenti del Liceo, si punta al bosco sacro di lecci, si attraversa la radura dominata dal grande pino (definito dalla docente Elena De Santis,”IupPiner”, lo Iuppiter, ossia Giove, della selva urbana in cui si può studiare outdoor) e si raggiunge il belvedere dove sono posizionate, lungo il perimetro dell’affaccio, le segnaletiche parlanti, con i geopodcast dei 17 goal dell’ONU.

Si ascolta, via radio, il podcast con la voce della docente di Scienze dell’Educazione dell’Università di RomaTre Fridanna Maricchiolo, a proposito dell’obiettivo educazione (Goal 4: fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti). L’abbiamo registrata al Parco degli Acquedotti, evocando Don Sardelli che realizzò negli anni Sessanta un modello incredibile di cittadinanza educativa tra le baracche dell’acquedotto Felice (ascoltala nel podcast georeferenziato, inscritto nella mappa tracciata nel walkabout di allora). Più sotto, nel post facebook ci sono anche dei video dell’azione svolta a Villa Sciarra.

Proprio come in una staffetta, alla fine del walkabout, con i ragazzi della prima Liceo si incontrano i bambini della quarta elementare dell’Istituto Comprensivo “Frascati” con la docente Veronica d’Acierno. Si cambia registro e l’esplorazione acquisisce un approccio più ludico, ascoltiamo gli alberi parlare (una modalità attivata per coinvolgere i più piccoli in tante esplorazioni, in questo link si può ascoltare un po’ di alberi parlanti), ci si occupa delle erbe selvatiche (e si ascolta un podcast con Alberto Sordi che raccoglie cicoria in un film del 1961), si trovano le tracce dei cinghiali che infestano quel parco e si focalizzano gli antichi resti di un mosaico romano. E’ un semplice esercizio di Apprendimento Dappertutto, un metodo pedagogico inscritto in ciò che viene definito Edutainment, quell’“imparare giocando” su cui s’è scritto un libro un quarto di secolo fa. Urban Experience è nata sulla base di quei principi attivi, evolvendo i suoi metodi che nel progetto Paesaggi Umani si sviluppano anche con i laboratori condotti dal performing media maker Roberto De Luca (le foto del post qui sotto sono sue) nel Liceo Cicerone in cui si mapperà Villa Sciarra (dai mosaici al pino-juppiner) e l’antica Via Latina, monumento lineare adottato (di cui abbiamo già trattato in questi due walkabout preliminari, uno da Porta Latina e l’altro al IV miglio esperienze da distillare per i nuovi geopodcast).

S’è conclusa la III edizione Paesaggi Umani (21-27 novembre 2022) ricordando Paolo Ramundo a Monte Mario: abbandonando l’aia al tramonto e proiettando, camminando tra i gelsi, il docufilm di Silvio Montanaro, L’Uccello che coltiva la terra.

E’ stato una figura cardine nelle lotte rivoluzionarie a Roma negli anni Settanta e prima ancora nel ’68 con gli Uccelli. La voce di Paolo si ascolta nel buio e arrivati nel silos-pensatoio (dove un cartello permanente lo fa “parlare” attraverso i geo-podcast), si ripercorre l’epopea di Ramundo che nel 1977, occupando le terre abbandonate dal S. Maria della Pietà si trovò poi ad accogliere gli ex Internati. Creò così condizioni inclusive che supportarono la coraggiosa legge Basaglia  che chiuse i Manicomi per aprire la Società. E contribuire a far nascere l’Agricoltura Sociale.

Paolo Ramundo parlava spesso di Nathan, considerandolo il sindaco più importante di Roma. È per questo che s’inaugurato questo progetto sui “numi tutelari” di Roma ricordandolo, parlando del rapporto tra cittadinanza ed educazione, aprendo la giornata con Lorenzo Cantatore, direttore del MUSED, per strada, su Piazza della Repubblica, vivendo la città come un’aula. S’è esplorato il Museo dell’Educazione, con Fridanna Maricchiolo e le sue studentesse di Scienze Della Formazione-Università degli Studi Roma Tre, ricostruendo la storia del sindaco Nathan e i garibaldini dell’alfabeto. In quell’esposizione  emerge la storia straordinaria dell’Ente scuole per i contadini dell’Agro romano con documenti, foto e arredi che testimoniano l’attività di alfabetizzazione avviata nel primo Novecento da un gruppo straordinario di intellettuali, igienisti, scienziati, artisti e letterati: Sibilla Aleramo, Angelo Celli, Giovanni Cena, Duilio Cambellotti e Alessandro Marcucci. Li chiamarono i “garibaldini dell’alfabeto” rivelando come quella dell’educazione fosse una vera guerra di liberazione dall’ignoranza, la povertà e le malattie.

Il martedì si è all’Esquilino, sempre con gli studenti di Roma3, in un territorio di straordinaria densità, fuori dalle Mura Serviane (quell’es, sottende ciò che esterno, fuori dall’abitare, un po’ il contrario di “inquilino”) per via dell’accesso alla città, condizione  che i piemontesi con l’Unità d’Italia esplicitano creando in Piazza Vittorio un vero e proprio centro direzionale per accogliere i nuovi cittadini della Capitale appena approdati dalla stazione Termini a pochi passi. L’Esquilino è quindi terra di confine, da sempre. Si sta sotto la pioggia, riparandosi al Teatro dell’Acquario, oggi Casa dell’Architettura.

Nel pomeriggio si parte dall’Accademia di Belle Arti a Tordinona ricordando un altro aspetto di Paolo Ramundo che animò negli anni Settanta la lotta per la casa in quella “periferia” nel centro storico, di cui rimane traccia nel murales Asino che Vola. Anni dopo progettò con gli studenti di Architettura un Oculus per ristabilire il rapporto perduto con il Tevere. Tordinona per secoli è stato un luogo ad alta densità artigiana, con eccellenze come quella della nobile tradizione artigiana della Scuola Orafa ed Argentiera romana che trovò nel Seicento del Barocco un suo apice. Il focus del walkabout è quindi il progetto architettonico di Paolo Ramundo e Nanni Morabito, dell’Oculus per fare un tunnel sotto il LungoTevere di Tor Di Nona. Vi si prospetta la creazione di una “breccia” nel corpo murario dei muraglioni, per il recupero dello storico affaccio sul fiume. La direzione del tunnel, inclinata rispetto alla strada di circa 40 gradi, avrebbe ripreso l’orientamento dell’antico molo romano rinvenuto durante i lavori per la costruzione degli argini. Questa proposta dell’Oculus è stata presa in considerazione (dalla giunta comunale precedente) nel piano di Rigenerazione Urbana di quel territorio, basato anche sul rilancio delle attività artigiana con l’assegnazione di locali, con l’impegno dell’assessorato alle attività produttive.

Mercoledì si rilancia un evento, in parte già svolto a settembre, al Teatro Argentina (vedi qui il video). La saletta della Libreria Caffè TOMO  a San Lorenzo si affolla subito per il talk su “Performing Media per distillare Paesaggi Umani” Con Gaia Riposati e Massimo Di Leo, autori del libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” insieme a Renato Cuocolo e Roberta Bosetti autori di “Underground”. Si conclude nel walkabout “Meta Hodos (metodo): attraverso il percorso, conoscere camminando tra i paesaggi umani”.

Giovedì si ripercorre ancora una volta la storia di Don Sardelli, il “Don Milani dell’Acquedotto” di cui s’è fatto ascoltare i podcast distillati e pubblicati su Loquis, creando di fatto una restituzione nel cloud delle tante nostre esplorazioni Quel sacerdote pedagogo negli anni Sessanta, sulla scia di Don Milani e della Scuola di Barbiana, creò le condizioni per emancipare un insediamento urbano assiepato sotto gli acquedotti, a partire dalla scolarizzazione dei ragazzi che vivevano nelle baracche. S’è ascoltata la voce dei protagonisti (tra cui i ragazzi della sua scuola) camminando lungo l’Acquedotto Felice, mappando con i geopodcast quelle storie inscritte nelle geografie.

Nel pomeriggio si tratta di “Sisto V, Raffaele Fabretti e Cristina di Svezia. Tre ritratti resi performanti con l’Intelligenza Artificiale” con NuvolaProject e student del Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza Università di Roma

Arrivati nel chiostro di San Salvatore in Lauro vengono proiettati gli artefatti digitali di performing media realizzati (nell’arco delle precedenti edizioni di Paesaggi Umani) con sistemi di Intelligenza Artificiale da Nuvola Project (con un lavoro ben più sottile dell’effetto deep fake, attraverso un morphing attoriale) del ritratto della “Regina di Roma” (come fu riconosciuta Cristina di Svezia dal popolo romano) e dei quadri parlanti di Sisto V e Raffaele Fabretti. Nella conversazione radionomade, tra i diversi partecipanti coinvolti attivamente nel confronto congeniale che ci connota, è protagonista (con una telefonata) Giorgio Fabretti, discendente del Monsignor Fabretti, nel sottolineare la matrice celtica che caratterizza la prammacità marchigiana, impronta data da Sisto V, er papa tosto, nei suoi anni di papato (1585-1590) . Nuvola Project ha inoltre fatto usare le cartoline con i ritratti parlanti che si rivelano come dei marker per attivare app di realtà aumentata.

Venerdì c’è l’azione all’Antiquarium Lucrezia Romana Parco Archeologico dell’Appia Antica con il direttore Simone Quilici con cui mettiamo in opera un cartello che rimanda all’animazione digitale (con intelligenza artificiale) di NuvolaProject del ritratto di Lucrezia di Cranach che parla parole di Shakespeare.

La storia crudele è quella di Lucrezia, moglie di Collatino,  di cui c’è evocato la storia del suo suicidio dopo lo stupro subito dal figlio di Tarquinio il superbo. Ciò accade attraverso i versi che gli dedicò William Shakespeare, in un poema che rese famoso (anche se oggi pochi ne sanno) quel sacrificio che nel V secolo a.c. determinò la rivolta dei romani contro il re etrusco per cui nacque la Repubblica.

Gli spettatori di “Underground.Roberta in metro” di Cuocolo Bosetti non sono solo quelli in cuffia ma tutti gli altri che incrociano quello sciame assorto. Questo è uno degli aspetti cardine dell’happening teatrale per la III edizione Paesaggi Umani che replica due volte nella MetroC di S Giovanni. E’ un gesto pubblico che cambia la percezione: dimostra come il teatro accada dentro e non solo fuori. Si sta nella testa di Roberta mentre si va su quella bella Metro C automatica che nella discesa ci fa capire, metro x metro, come Roma sia costruita per strati (i metri si associano ai secoli). Si è immersi in un “teatro fuori dal teatro” che ci rivela quanto sia semplice, e complesso al contempo, ritrovarsi ad essere protagonisti di un’azione incidentale. La si segue come dioscuri, a proteggerla nella sua deriva urbana in metro, sotto, underground. E si va a pensare a chi ha fatto di questa parola un emblema di alterità culturale: Marcel Duchamp che nel 1961 così definì le pratiche del new dada. Si è parte del cortocircuito arte-vita, così come quelle centinaia di spettatori involontari che tornando a casa per cena potranno dire di essersi ritrovati testimoni di uno strano sogno lucido.

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Nell’ambito della terza edizione di Paesaggi Umani. Reinventare lo sguardo sulla città, ascoltandone le storie, (21-27 novembre 2022) Urban Experiencepresenta per la prima volta a Roma Underground. Roberta nel metrò, azione teatrale in performing media della compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti.

Paesaggi Umani, promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 –2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

Underground. Roberta nel metrò è un’esperienza ecologica che attraversa ciò che ci è prossimo, come case, strade, edifici pubblici e privati, la metropolitana stessa. Lo spirito è quello di ristabilire una comunicazione sottile con lo spettatore, spiazzandolo e accendendo la sua immaginazione, sollecitandola proprio sulla soglia con la quotidianità. Il gioco drammaturgico immersivo, via radio, astrarrà lo spettatore dall’abitudine, mettendolo in gioco, creando le condizioni abilitanti perché possa generarsi uno sguardo differente sull’ordinarietà delle cose. Partire da sé stessi è qualcosa che si fonda nell’atto di ricordare, come gli ultimi passi che si sono fatti quando si è perso qualcosa… o qualcuno. L’azione teatrale utilizzerà la Metro C come mezzo di attraversamento non solo dello spazio fisico metropolitano ma anche di quello immateriale della memoria urbana, a partire da quella personale che vi è inscritta, proprio come in un “paesaggio umano”.

Underground è un lavoro site-specific per le metropolitane delle grandi città europee. Ci si sposta in un viaggio sotterraneo, attraverso il sistema della metropolitana cittadina guidati dalla voce di Roberta Bosetti usando il sistema delle radioguide. Per guardare dal basso la città che cambia. Underground continua e sviluppa la ricerca di Interior Sites Project, un’avventura umana e teatrale che inizia a Melbourne nel giugno del 2000 e dura ancora oggi. Alla base di tutto questo c’è un’idea e soprattutto una pratica di teatro, che ha portato la Cuocolo/Bosetti a presentare il suo lavoro nei principali Festival Internazionali di 26 paesi del mondo. Cerchiamo di far emergere dai luoghi la memoria, il genius loci, i valori e il senso rimosso, che li illumini attraverso l’incontro con lo spettatore. Abbiamo una vita e questa ci fornisce il materiale su cui possiamo riflettere. Siamo degli attori e interpretiamo noi stessi. Una buona dose di introspezione ci ha consentito di capire che le nostre fantasie in linea di massima non sono poi tanto uniche. Il far partire il nostro lavoro da noi stessi, da vicende autobiografiche, non è dovuto a un senso esasperato di importanza dato alle nostre vicende personali ma, al contrario, alla consapevolezza di quello che c’è di simile nell’esperienza di tutti. Quella che viene messa in discussione è la tradizionale separazione tra attore e personaggio. È un invito a riconsiderare i limiti tradizionali tra performance e realtà, tra arte e vita. Underground è situato in uno spazio reale: il sistema metropolitano di trasporto cittadino. Uno spazio pubblico, in cui si è isolati. In cui si tocca con mano la distanza tra noi e l’altro. Apparentemente vicini, condividiamo lo spazio e l’andare, eppure così distanti. Ognuno chiuso nel suo mondo, fatto di piccoli aggeggi luminosi, di mondi chiusi e separati. Andare insieme. Condividere. Immaginare e sentire il peso della città sopra di noi. Un lavoro sui paesaggi interiori. I luoghi familiari della città che si trasformano in perturbanti. Si aprono all’ascolto.

25 spettatori a replica. Prenotazione obbligatoria a info@urbanexperience.it, oppure (WhatsApp) al 3358384927

Il progetto Performing Media!, per la sua terza edizione, dal 25 al 30 settembre,  nell’ambito di Estate Romana 2022, si svilupperà in una ricognizione teorica ed esperienziale, ludica e partecipativa, con walkabout  condotti da Carlo Infante e una serie di performance con realtà virtuali e installazioni di intelligenza artificiale.

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Si evolverà il format del walkabout con le videoproiezioni nomadi, camminando di notte lungo l’Appia Antica, interpretando, in un inedito performing media storytelling,  epigrafi e storie di tombaroli; si svilupperà l’attività di geo-podcasting con l’app di “realtà aumentata orale” Loquis, narrando storie come quella di Don Sardelli, il “Don Milani” degli Acquedotti; all’Accademia Nazionale di Danza si affinerà il processo formativo sul performing media, con un workshop centrato sul rapporto tra corpo e paesaggi virtuali, con il progetto coreografico in realtà virtuale “Touching in VR” con Ariella Vidach e Claudio Prati– AiEP.

Momento cardine al Teatro Argentina: dopo il talk sul libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” si andrà in walkabout nel teatro (ricordando Beppe Bartolucci), per un evento promosso con RomaEuropa Festival.

Infine al Parco Archeologico dell’Appia Antica si farà experience lab su “L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain” con installazione di Intelligenza Artificiale ed elaborati ipermediali (in soluzione NFT-Non-Fungible Token per la rete blockchain) degli studenti del corso di Performing Media al Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza-Università di Roma, insieme a Communia-Rete per i Beni Comuni.

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Programma

Domenica 25 settembre, ore 21,Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Walkabout con videoproiezioni nomadi “Performing Media Storytelling della Regina Viarum”
con NuvolaProject e Simona Verrusio-Vj Janus

Lunedì 26 settembre, ore 18,Teatro Argentina, (Largo Torre Argentina 52),
Talk sul libro-librido “Performing Media, un futuro remoto. Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale” a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo e walkabout nel teatro (ricordando Beppe Bartolucci)
In collaborazione con RomaEuropa Festival e Teatro di Roma
Dopo convivio alla Cappella Orsini (per questo prenotare a info@urbanexperience.it)

Martedì 27 settembre,ore 11, Parco degli Acquedotti (P.za A. Celio Sabino 50)
Walkabout “Geo-podcast per Don Sardelli. Il Performing Media Storytelling di un Museo Dappertutto”
con Simona Verrusio-Vj Janus

Mercoledì 28 settembre, Accademia Nazionale di Danza (Largo Arrigo VII 5)
ore 11-17 workshop condotto da Carlo Infante su “Performing Media, tra paesaggi umani e virtuali con il progetto coreografico in realtà virtuale Touching in VR con Ariella Vidach e Claudio Prati– AiEP
ore 18, Installazione “Performing Media Map” (mappa concettuale con link) e di Intelligenza Artificiale “Nuvola 4.0” a cura di NuvolaProject
ore 19, Performance “KINEXA studio”  di e con Ariella Vidach – AiEP

Giovedì 29 settembre, ore 21, Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Walkabout con videoproiezioni nomadi “Performing Media Storytelling della Regina Viarum”

Venerdì 30 settembre, ore 11-19, Parco Archeologico dell’Appia Antica, Capo di Bove (Via Appia Antica 222)
Experience-lab su “L’arte dello spettatore. La nuova rete del valore, tra partecipazione attiva e blockchain”
Installazione di Intelligenza Artificiale a cura di NuvolaProject ed elaborati ipermediali (in soluzione NFT-Non-Fungible Token per la rete blockchain) degli studenti del corso di Performing Media al Dipartimento di Pianificazione Design e Tecnologia dell’Architettura di Sapienza-Università di Roma,con Communia-Rete per i Beni Comuni (in memoria di Luigi de Giacomo)
ore 21
Walkabout con videoproiezioni nomadi “Performing Media Storytelling della Regina Viarum e del suo outback”

Tutto si svolge all’aperto (anche con la pioggia).a ingresso libero e gratuito.

Prenotazione consigliata a info@urbanexperience.it, oppure (WhatsApp) al 3358384927

Streaming web-radio su www.radiowalkabout.it
Hashtag: #performingmedia #urbanexperience #cultureroma #estateromana2022

Flyer da scaricare
 https://www.urbanexperience.it/eventi/terza-edizione-di-performing-media/ok-flyer_performingmedia_2022_web/

Podcast di presentazione del progetto
https://www.urbanexperience.it/wp-content/uploads/2022/09/III-Performing-Media.mp3