Dal 29 settembre è in corso Paesaggi Umani di Roma Plurale. Performing Media Storytelling per la Memoria Rigenerativa disseminato in tutta Roma, con un campo base al Tuscolano, a Villa Fiorelli dove domenica 12 ottobre la giornata sulle Pratiche del Narrare si concluderà con un racconto teatrale che si rivelerà degustazione di acciughe.

Sabato 11 ottobre alle ore 17 dal Casotto Monte Ciocci (Via Lucio Apuleio) parte il walkabout Corpo, sguardo e silenzio lungo la nuova Via Francigena con i protagonisti delle attività di rigenerazione culturale del Casotto (tra cui Carmen Iovine), diventato presidio civico nella pista ciclopedonale Monte Mario-Monte Ciocci ormai riconosciuta come nuova Via Francigena, tratteremo di inclusione sociale. Corpo, sguardo e silenzio è un saggio di Franco Basaglia che pone al centro dell’attenzione il concetto di alterità e inclusione sociale. Ci rivela che l’altro, l’altro che è in noi, possa essere letto come qualcosa che rivolge lo sguardo verso noi stessi. Il rischio è non arrendersi all’inerzia della passività che se si indurisce, diventa qualcosa di duro, sassoso, granitico, contro cui si sbatte la testa. E quindi l’unica cosa che si può fare è avere in mente l’idea di tentare una “fusione” poetica con l’intersoggettività. Lo spazio del Santa Maria della Pietà è il contesto ideale per avvicinare la vita e la poesia di Alda Merini, autrice fragile ed emblematica del secolo scorso. Sarà proposto un percorso itinerante, con Consuelo Ciatti, che utilizzerà anche il treno per raggiungere l’ex Manicomio ed evocare l’esperienza radicale di Alda Merini (nella foto), L’indubbia drammaticità della sua vita sarà approcciata con la sua disarmante e meravigliosa visione del mondo: quel suo modo scanzonato e ironico del narrare.  Alle ore 18 al Santa Maria della Pietà (P.za di Santa Maria della Pietà 5) c’è la performance di Consuelo Ciatti lo sono il canto e la lunga strada. Primo Atto. Lo spazio dell’ex Manicomio Santa Maria della Pietà è il contesto ideale per avvicinare la vita e la poesia di Alda Merini. Sarà proposto un percorso itinerante in qualche “stanza” della sua vita: l’anima, l’ospedale, gli amori… attraverso appunti, poesie, suoni. Lo spostarsi tra le sue stanze si ispira alla grande disponibilità della poetessa nel ‘raccontarsi agli altri’, alla generosità per la quale offre sé stessa (e la propria poesia) in una sorta di necessità a esistere attraverso lo scambio con l’altro’, rimanendo al contempo nella propria insanabile solitudine.

Domenica 12 ottobre alle ore 11 ad Acilia (Chiesa San Francesco, Largo Cesidio da Fossa) c’è il workshop peripatetico Le pratiche poetiche e politiche del narrare.
Narrare, nel suo etimo latino gnarigare che deriva da gnoscere (conoscere) e igare (da àgere: agire), sottende il far conoscere agendo. Non si raccontano solo storie, si narra, con un approccio che non è solo teatrale ma performante: esercitando memoria camminando, conversando e comunicando (a terra e on line) attraverso le nostre esplorazioni psicogeografiche che rilasciano geopodcast. Ciò che fa Urban Experience è quindi cercare di riconfigurare lo sguardo sui territori che si attraversano, giocando con diverse chiavi narrative che aprano la percezione su prospettive extra- ordinarie. È ciò che faremo conversando con Marco Baliani, maestro delle pratiche del narrare, sia poetiche sia politiche. Alle ore 12 performance di e con Marco Baliani Nel regno di Acilia. Mise en espace. Marco Baliani con Il suo Kohlhaas nel 1989 resettò lo sguardo sul teatro, sparigliando tanto manierismo sperimentale, inchiodando tutti di fronte ad un narratore seduto su una sedia, scalpitante, maieutico, capace di scatenare storie nelle teste di chi lo osservava rapito. Aprì una strada, quella che portò Marco Paolini sulla diga del Vajont nel 1997, in una delle oratorie civili passate alla Storia e lo straordinario Ascanio Celestini a centrifugare storie che rivelano la caoticità prismatica della memoria. L’azione teatrale con Marco Baliani, l’attore- autore che ha reinventato le pratiche del narrare, riscoprendo la borgata in cui è cresciuto, in una mise en espace del suo romanzo Nel Regno di Acilia, tra le marane e i luoghi dove Fellini girò alcune scene de Le notti di Cabiria. Un “viaggio” dentro quella sua memoria d’infanzia, camminando in quei luoghi, usandoli come sottotesto per una conversazione-palestra d’empatia. Sarà l’occasione per una rilettura del Lazarillo de Tormes e sviluppare una ricerca sul “picaresco romanesco”.

Mariella Fabbris

Domenica 12 ottobre alle ore 17 alla Casa del Quartiere di Villa Fiorelli (Piazza Villa Fiorelli) c’è il workshop-walkabout Il performing media e il narrare in cammino introdotto da una presentazione dell’attività di geopodcasting, si tratterà di come dal mondo del teatro e della narrazione si sia distillato il canone del Performing Media seguendo l’evoluzione dei linguaggi e dell’immaginario attraverso l’avanzamento tecnologico. Un passaggio dall’esperienza al pensiero, attraverso i vari gradi del sensibile, a partire da quelle pratiche del narrare che si ispirano al pathosformel che concepì Aby Warburg, uno dei più grandi esperti delle Arti della Memoria, per definire le formule dell’” arsenale” emotivo a cui attingiamo per interpretare le mutazioni culturali, da sempre, dagli albori della Civiltà. Un approccio che si tende ad attuare attraverso i walkabout “con i piedi per terra e la testa nel cloud” per pescare dentro e proiettare fuori…e salvare il futuro dalla convenzionalità digitale senz’anima, estraendo il meglio dalle nostre radici, mantenendole vive anche nel cloud. Converseranno con noi (in presenza e al telefono) nella “radio che cammina” Marco Baliani, Consuelo Ciatti, NuvolaProject, Mariella Fabbris, Carlo Presotto, Cuocolo-Bosetti e alcuni protagonisti delle comunità territoriali (tra cui Aps Villa Fiorelli, CdQ Tuscolano-Villa Fiorelli). Alle ore 19 c’è la performance di Consuelo Ciatti lo sono il canto e la lunga strada. Secondo Atto. La Villa storica diventerà il contesto per avvicinare la vita e la poesia di Alda Merini. Sarà proposto un percorso itinerante che si ispira alla generosità per la quale offre sé stessa (e la propria poesia) in una sorta di necessità a esistere attraverso lo scambio con l’”altro” rimanendo al contempo nella propria insanabile solitudine. L’indubbia drammaticità della sua vita sarà approcciata tenendo conto e utilizzando la sua disarmante e meravigliosa visione del mondo: quel suo modo scanzonato e ironico del narrare e del ricordare. Alle ore 20 c’è la performance conviviale di Mariella Fabbris L’albero delle acciughe. Un racconto con cena: pane, vino e un mare di acciughe. Una narrazione conviviale liberamente tratta dal racconto di Nico Orengo, Il salto dell’acciuga. Mariella (fondatrice del Laboratorio Teatro Settimo nei primi anni Ottanta e protagonista del teatro di narrazione) ci conduce nel viaggio delle acciughe, dai mari del sud alla pianura padana, tra profumi, colori, limoni, aglio e il preziosissimo sale. Si va sui carri blu dei contrabbandieri, con le acciughe stipate nei barili e col timore di essere assaltati lungo i sentieri di montagna, di arrivare a mani vuote dai contadini desiderosi d’altri sapori da unire ai frutti dei loro orti.

I Commenti sono chiusi