Urban Experience è giunta alla sequenza finale del progetto  “Paesaggi Umani di Roma Plurale” per “Roma365” di Roma Capitale che avrà come epilogo la Rapsodia del Solstizio d’Inverno il 21 dicembre al Pigneto.


Nel pomeriggio del 7 novembre a Villa Fiorelli si è condotto un altro dei tanti walkabout, una  “radio che cammina”.che ha ribattuto il percorso di ricerca del  rifugio antiaereo di Villa Fiorelli di cui si sono perse le tracce. Si sono rilevate anche le decine di “ricoveri” posizionati sotto i condomini e le scuole del quartiere, utiluzzando diverse testimonianze.che hanno ricordato i bombardamenti dell’agosto 1943, insieme a  Lorenzo Grassi, esperto dei sotterranei di Roma e delle sirene antiaeree allestite a quei tempi su cui ha fatto una mappatura pubblicata nel libro Allarme dal Cielo. Si è puntualizzato sulle diverse ipotesi di valorizzazione con le diverse comunità territoriali (il Comitato di Quartiere, l’APS Villa Fiorelli e il gruppo di cittadinanza attiva “Alberelli di Villa Fiorelli”), l’Assessore alla Cultura del Municipio VII Riccardo Sbordoni e diversi partecipanti, tra cui alcuni studenti dell’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, ragionando su come avviare un progetto di recupero di quel sotterraneo per farne un fulcro di memoria.
In tal senso uno degli obiettivi del progetto è quello di dare forma web ai geo-podcast (alcuni tratti dal docufilm che Stefania Stabile ha curato anni fa con gli studenti del Ducad’Aosta-Piaget-Diaz per il progetto “Il quartiere come museo”) che si stanno pubblicando progressivamente sul geoblog (con la cura di Roberto De Luca) per trasmettere a tutti, ancor più alle nuove generazioni, una memoria da rendere “rigenerativa”, realizzando poi delle segnaletiche parlanti con qrcode attraverso cui accedere ai podcast (una pratica consolidata che si attuò già nel 2007 per una Mappa Emozionale della Memoria Antifascista a Torino).
In questo contesto è stata presentata l’esperienza di NuvolaProject che in bunker di Monopoli ha curato un “ambiente sensibile” che mette in scena la memoria della IIWW. Quel rifugio antiaereo era rimasto chiuso e inutilizzato per sessant’anni ed è ora diventato non solo un luogo recuperato ma un dispositivo per interrogarsi sul futuro, proprio come suggerisce la katabasi di Enea che scende negli inferi per interrogarsi sul proprio destino.
Le tracce del Passato, attraverso oggetti che sembrano dimenticati, prendono vita in un “sogno lucido” attivato da Massimo Di Leo e Gaia Riposati (le due anime di NuvolaProject) elaborando poeticamente l’intelligenza artificiale, agita come un dispositivo combinatorio da saper interrogare. E’ in fondo un’operazione di Performing Media che presuppone un gioco drammaturgico ludico e complesso al contempo, secondo quella “sistematurgia” (un termine coniato da Marcel li Antunez Roca che riguarda l’interazione serrata tra drammaturgia e sistemi digitali) che rende performante l’avventura in quel sottosuolo.
Nel cortile della Casa del Quartiere si è poi ripercorso il progetto “Paesaggi Umani” in tutta la sua articolazione da settembre ad oggi, attraverso i report video di VieVerdi e i geopodcast pubblicati sul geoblog.
Il progetto è stato disseminato in tutta la città (da Tor Tre Teste a Tor Carbone, nella selvaticità della Cava Fabretti). connotato in alcuni set da staffette tra walkabout e performance teatrali : con Marco Baliani si è riscoperta Acilia, la borgata in cui è cresciuto, in una messa a terra di un suo romanzo autobiografico, tra le marane e i sottopassaggi epicentro dello spaccio.  A Roma Nord con Consuelo Ciatti, tra Monte Ciocci e l’ex manicomio del S. Maria della Pietà a Monte Mario si è  attraversato la poesia di Alda Merini, autrice fragile ed emblematica protagonista di alterità femminile che ha avuto un suo atto finale a Villa Fiorelli. Con Cuocolo-Bosetti a Villa Flora con lo spettacolo radionomade “Teatro”, si è creata un’esperienza immersiva (subito dopo aver ascoltato l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Maurizio Veloccia) sul teatro che insorge dentro lo spettatore per un percorso interiore che sollecita rigenerazione umana,quella che sta a monte della rigenerazione urbana.   .
 A Villa Fiorelli, dopo l’incontro sulle Pratiche del Narrare, Mariella Fabbris ha offerto la sua performance-conviviale L’albero delle acciughe tratta dal racconto di Nico Orengo tra limoni, aglio, prezzemolo, pomodori, cipolle, finocchietto selvatico, pinoli, zucca, peperoni, nocciole, sedano rapa, marmellata di arance e acciughe per tutti i partecipanti.
Con NuvolaProject sono accadute tante azioni tra performance e innovazione digitale, associando la produzione immateriale del Performing Media al Patrimonio Immateriale centrato sulla memoria dei territori, come nei walkabout con videoproiezioni nomadi sotto l’acquedotto Felice facendo apparire (con elaborazioni in IA) Felice Peretti-Sisto V “Er Papa tosto”, nel buio profondo lungo l’Appia Antica e alla Cooperativa Case Tramvieri con la performance “I bombardamenti del 1943 nelle visioni di Renzo Vespignani”.

L’epilogo del progetto sarà al Pigneto, il 21 dicembre per il Solstizio d’Inverno evocando Pasolini e nel frattempo si interverrà nella Casa Circondariale di Rebibbia  con Maria Teresa Caccavale di Happy Bridge, in un workshop riservato ai detenuti su Lo sguardo partecipato: Il mondo non è solo fuori di noi, è anche dentro. È sia nelle storie che abbiamo vissuto ma ancor più nel modo attraverso cui lo osserviamo e lo condividiamo. È ciò che riguarda la percezione, ricordandosi, sempre, che viene prima della realtà (anche quando pensiamo che ci venga sottratta).

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